Domenica 17 Novembre 2024

Mare Jonio, sbarcati bimbi, donne incinte e malati. Divieto per la nave

A bordo, dove manca l'acqua corrente e ci sono onde altissime, restano 34 migranti. I medici: "Sbarcare tutti". L'appello delle associazioni a Conte

 Mare Jonio, soccorsi sulla 'nave dei bambini' (Ansa)

Mare Jonio, soccorsi sulla 'nave dei bambini' (Ansa)

Roma, A29 agosto 2019 - Si è sbloccata, almeno in parte, la situazione della Mare Jonio, ormai battezzata 'nave dei bambini': l'imbarcazione della ong Mediterranea con a bordo i 99 naufraghi, tra cui 22 bimbi sotto i dieci anni e altri 16 minori non accompagnati. Dopo l'ok - da parte del Viminale - al salvataggio di bimbi, donne e malati, lo sbarco effettivo è avvenuto a tarda sera. Sui social Mediterranea Saving Humans scrive: "Sbarcati bambini, donne incinte e i naufraghi più vulnerabili. Ancora in 34 a bordo tra le onde. Fateci sbarcare tutti", è l'appello. E continuano: "Dopo le tante richieste che abbiamo avanzato da questa mattina, finalmente le autorità italiane hanno permesso alla Guardia costiera di venire a trasbordare su una motovedetta, per portali a terra, i naufraghi più vulnerabili: donne incinte, mamme con bambini e minori non accompagnati". "Siamo felici, sollevati per loro e grati agli uomini e alle donne della Guardia costiera e ai medici del personale sanitario che hanno effettuato il trasbordo in condizioni meteo marine avverse", prosegue la nota di Mediterranea.  A bordo della Mare Jonio restano adesso in 34 tra cui donne sole, uomini in precarie condizioni a seguito dei maltrattamenti e delle torture subite.

E nel frattempo a Lampedusa la notte scorsa sono arrivati 78 migranti 'in autonomia', ovvero senza l'aiuto delle Ong. Si tratta di siriani e originari del Bangladesh, che hanno raccontato di essere partiti lunedì dalla Libia a bordo di una barca bimotore. I migranti sono stati portati all'hotspot di Lampedusa.

"Onde alte due metri"

Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, racconta la situazione: "Si sono rotti i dissalatori, quindi niente acqua dai rubinetti. Le onde continuano a essere molto alte e c'è disagio a bordo, ma per ora non c'è nessuna evacuazione". Mediterranea Saving Human ha chiesto alle autorità italiane di potere entrare in acque territoriali per "potersi mettere al riparo". "Ci sono onde alte due metri - spiega la portavoce - E dobbiamo mettere al sicuro tutti, soprattutto le persone più vulnerabili, come i bambini e le donne". Dalla nave Mare Jonio arriva anche la richiesta di "assistenza per le vulnerabilità". La nave ha continuato anche a chiedere un porto sicuro per potere attraccare.

Il medico di bordo: situazione drammatica

"Tra i tanti bambini sulla Mare Jonio, 5 sono intorno all'anno e 13 sono minori soli, tra cui un bambino di 9 anni, che da quando è salito dorme e non mangia", scrive il medico a bordo Donatella Albini, che ieri ha visitato tutti i passeggeri e firmato un report sanitario che denuncia una "situazione sanitaria drammatica". "E' necessario sbarcare e avere cura di tutti e di tutte - scrive la ginecologa bresciana al presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia Ottavio Di Stefano - con strumenti e in luoghi adatti, ma soprattutto nel rispetto della dignità umana, come ci impone il nostro codice deontologico". Il Viminale ha disposto lo sbarco di donne e ambini ma per i medici non basta. "Stanno male perché sono malati? Anche - commenta Di Stefano - ma stanno male perché sono lì. Punto. Dalle parole di Donatella emerge una sofferta richiesta di aiuto: qui stanno male tutti per quello che hanno passato e stanno passando, indipendentemente dalla nosografia delle malattie che consentano lo sbarco per motivi di salute. Da sempre ci hanno insegnato che dobbiamo curare le donne e gli uomini e non le malattie". Quella della Mare Jonio, precisa il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, "è una situazione di emergenza sanitaria, per questo chiediamo l'intervento della Magistratura perché disponga lo sbarco in un porto sicuro di tutti i passeggeri".

Appello delle associazioni a Conte 

"Sapere che il Viminale ha deciso di far scendere a terra donne, bambini e ammalati è una buona notizia ma ribadiamo la necessità e l'urgenza di fornire da parte dell'Italia l'accesso a un porto alla Mare Jonio per procedere allo sbarco di tutte le persone a bordo in conformità con il nostro ordinamento giuridico", scrivono in una lettera aperta al presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte numerose associazioni - A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di Strada, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cnca, Casa dei Diritti Sociali, Comunità di S.Egidio, Comunita' Papa Giovanni XXIII, Emergency Ong, Europa Asilo, Fcei-Mediterranean Hope, Intersos, Me'decins du Monde - missione Italia, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Senza Confine (del Tavolo Asilo Nazionale), Aoi, Arcs, Cgil, Ciac Parma, Ciai, Fondazione Finanza Etica, Focsiv, Lunaria, Saltamuri, Casa della Carità di Milano, Terra onlus, Fondazione Arché - lanciando un appello allo stesso Conte "e alla futura coalizione di governo affinché l'Italia promuova con urgenza un programma di ricerca e salvataggio a livello europeo, che preveda un meccanismo rapido e funzionale di sbarco e la conseguente eventuale ripartizione dei naufraghi salvati, nella direzione di soluzioni sostenibili e strutturate nella legislazione e nelle politiche europee, come anche recentemente dichiarato dallo stesso presidente incaricato".