Lunedì 5 Agosto 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Scontro sulle opere dell’ex gesuita accusato di abusi su religiose. “Rimuovete i mosaci di Rupnik”

Il teologo sloveno di 69 anni è sotto processo canonico per aver molestato alcune religiose. La denuncia: "Con i suoi lavori esposti nelle chiese offende le vittime". Ma c’è chi dice no

Il mosaico di Rupnik a Lourdes

Il mosaico di Rupnik a Lourdes

Città del Vaticano, 5 agosto 2024 –  Il prete accusato di essere un predatore sessuale e l’artista di fama internazionale, due figure in una persona sola con la prima che rischia di cancellare la seconda e le sue opere. Mosaici, per la precisione, disseminati in ogni angolo del mondo, da Lourdes a Fatima, da Aparecida fino alla Cappella Redemptoris Mater, appena fuori gli Appartamenti papali, in Vaticano. Per tutte le creazioni una sola firma: Marco Rupnik, 69 anni, sloveno, ex gesuita, sotto processo canonico, dopo anni di coperture e tentennamenti, con l’accusa di abusi sessuali e psicologici su delle religiose. Ora le presunte vittime del sacerdote incalzano i vertici ecclesiali per chiedere la rimozione delle opere del prete dalle chiese al fine di non essere ferite ancora una volta. Rupnik non è un Dottor Jekyll e Mister Hyde, Robert Stevenson non c’entra, nessun sdoppiamento della personalità, assicurano: avrebbe realizzato molti mosaici mentre consumava le violenze su suore reclutate come modelle.

Togliere o salvare le opere d’arte? Giudicare l’ex gesuita e scagionare l’artista? Si può? Nella Chiesa si discute, in attesa di conoscere il destino processuale di Rupnik. "La decisione di smantellare dal nostro santuario i mosaici non è ancora matura", è amaro il commento del vescovo di Lourdes, Jean Marc Micas. Lui avrebbe smantellato tutto, ma una commissione diocesana istituita ad hoc gli ha sbarrato la strada. A Lourdes, più che lasciare le opere al buio di sera, non si è potuto fare. Le vittime hanno comunque apprezzato la mossa, incoraggiando la Chiesa a compiere "passi ulteriori".

Marco Rupnik, 69 anni, teologo ed ex gesuita
Marco Rupnik, 69 anni, teologo ed ex gesuita

Per il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, invece, meglio segnare il passo. "Rimuovere, cancellare, distruggere l’arte non è mai stata una buona scelta", ha dichiarato settimane fa, sostenendo che, seguendo questa logica, anche i dipinti di un genio omicida come Caravaggio andrebbero censurati. "Togliere i mosaici è una stupidaggine", taglia corto un porporato italiano.

Se non rimuovere, almeno non esporre. È la terza via suggerita dal cardinale Sean O’Malley, presidente uscente della Pontificia commissione per la tutela dei minori, che in una lettera ai capi dei dicasteri vaticani ha auspicato; "La prudenza pastorale eviti di esporre le opere d’arte" per tutelare le accusatrici.

I guai per Rupnik iniziano nel 1994. Allora, Gloria Branciani, dismesso l’abito da suora della Comunità di Lojola di Lubiana, denunciò alle autorità ecclesiali le violenze subite dal prete. "Sono scappata, perché volevo morire", ricordò in una sofferta conferenza stampa. Rupnik l’avrebbe plagiata, trascinandola tra l’altro in un cinema porno e facendole perdere la verginità. Le avrebbe poi proposto un rapporto a tre, "a immagine della Trinità". La denuncia di Branciani, però, cadde nel vuoto per vie delle protezioni di cui ha goduto il mosaicista, le stesse di maggio 2020, quando l’Ex Sant’Uffizio dichiarò la scomunica latae sententiae (automatica) di Rupnik per aver commesso il delitto di assoluzione del complice in peccato contro il VI comandamento per poi revocare il provvedimento, un mese più tardi: il prete si era pentito. Tre anni dopo i gesuiti lo estromisero dall’ordine per disobbedienza.

Adesso, per volere di Bergoglio che ha derogato dalla prescrizione settennale, il prete è a processo davanti alla Dottrina della fede. Trovata ospitalità a Capodistria, Rupnik rischia la scomunica, oltre alla dimissione dallo stato clericale. E le sue opere? "Quanto alla rimozione dei mosaici – spiega don Davide Cito, docente di Diritto penale canonico alla Pontificia Università della Santa Croce –, è una decisione che spetta ai proprietari o ai legittimi aventi diritto sugli stessi. Non può essere stabilita da una sentenza che non ha alcuna competenza sul tema". Negli Usa c’è chi ha fatto la prima mossa. I Cavalieri di Colombo hanno coperto i mosaici nel santuario di San Giovanni Paolo II a Washington e nella cappella della loro sede.