Palermo, 10 settembre 2015 - Si sono ritrovati a centinaia, per la marcia degli scalzi. Erano sempre di più, man mano che passavano i minuti e il corteo attraversava il capoluogo siciliano. "Migliaia", dice qualcuno. Hanno camminato a piedi nudi in silenzio per un'Europa senza muri. Un successo che non era prevedibile, non almeno in queste dimensioni. 'La marcia degli uomini e delle donne scalzi' ha fermato Palermo. Un segno di solidarietà ai migranti e rifugiati, per ribadire che il diritto alla libera circolazione nell'Ue non può essere subordinato al requisito della cittadinanza.
Con in testa lo striscione 'Canali umanitari subito Palermo accoglie per un Europa senza muri', il corteo partito da piazza Verdi ha sfilato per le vie del centro per raggiungere il porto di Palermo. A reggere lo striscione in prima fila c'era Foysal, che ha 16 anni, è nato in Bangladesh ma è cresciuto a Palermo. Insieme a lui c'è Arabindu, indiano di nascita ma palermitano d'adozione. Con loro il giornalista Davide Camarrone, che nei giorni scorsi su Facebook ha lanciato un appello per tenere anche Palermo la manifestazione di solidarietà ai migranti promossa per l'11 settembre a Venezia da Andrea Segre. In piazza svettavano le bandiere dei sindacati, c'è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ci sono gli assessori della sua giunta, qualche consigliere comunale e semplici cittadini. Con le scarpe, loro. E c'è anche uno striscione lungo sei metri: contiene 23 mila nomi, sono quelli dei migranti morti alle frontiere dell'Europa nel tentativo di raggiungerla. Domani la stessa manifestazione si terrà in altre 60 città italiane, con Venezia capofila.