Milano, 30 ottobre 2024 – Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker di punta di Equalize, legato al movimento Anonymus, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano, incontra a nome del gruppo di cyberspie, due israeliani dell’intelligence e, stando all’accusa della procura, avrebbe messo a loro disposizione i dati esfiltrabili dalle banche dati strategiche nazionali e si sarebbe reso disponibile alle attività d’intelligence richieste in cambio di un milione. “Un do ut des”, come lo definisce l’ex super poliziotto Carmine Gallo. Lo scrivono gli investigatori, che nelle quasi 4mila pagine di informativa riportano la sintesi di una riunione del febbraio 2023.
Gli argomenti trattati nella riunione vanno dal monitoraggio degli attacchi hacker condotti da organizzazioni vicine al governo russo, al monitoraggio e contrasto del finanziamento alla società russa di mercenari “Wagner Group”, all’intercettazione di fondi e movimenti bancari in Europa ed in Italia legati agli interessi russi. Nell’incontro che avviene negli uffici della Equalize, a pochi passi da Piazza Duomo, si trattano gli aspetti di collaborazione circa l’accesso alle rispettive “fonti dati” e “fonti informative”, ma anche la possibilità di ottenere un incarico (remunerato) da parte degli israeliani per attività informative ed operazioni nel dominio cyber. I carabinieri del Nucleo investigativo di Varese segnalano che “gli israeliani visiteranno ancora gli uffici di via Pattari” il 21 giugno 2023, con l’ex carabiniere De Marzio, anche lui indagato, “e concluderanno un accordo commerciale”.
I carabinieri sono riusciti a documentare con pedinamenti e fotografie anche un incontro tra il gruppo di via Pattari ed i servizi d’intelligence italiani e stranieri. “Sono inoltre sorti dubbi – scrivono gli investigatori – circa l’appartenenza passata di Carmine Gallo a settori d’intelligence di qualche tipo del nostro Paese”.
Dalla maxi-informativa sul dossieraggio spunta anche il nome dell’atleta Marcell Jacobs e del suo staff. Come si legge negli atti, il dossieraggio nei confronti dell’atleta italiano, del suo manager e del suo allenatore, sarebbe stato “commissionato” da Gallo a due degli hacker con cui collaborava, su richiesta di un avvocato padovano in corso d’identificazione. La proposta era inoculare un trojan sui loro telefoni. Ma c’è anche la politica nazionale nelle carte depositate. Di rilievo l’incontro fra Pier Francesco Barletta, ex socio di Equalize e vicepresidente di Sea, e Sergio Scalpelli, responsabile relazioni esterne di Fastweb.
Barletta e Scalpelli parlano di Salvini. Barletta riferisce a Scalpelli di aver avuto notizia che i servizi segreti americani avrebbero incontrato la presidente Meloni per dissuaderla dal designare come ministro degli Interni Matteo Salvini in quanto sarebbero potuti emergere i dossier sui finanziamenti della Federazione Russa alle organizzazioni politiche italiane. Anche tali rivelazioni sono per la Procura degne di nota. I prossimi passi della indagine attendono la decisione del Riesame sulla richiesta di tredici custodie cautelari in carcere per altrettanti indagati, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, finiti ai domiciliari su decisione del gip, e sugli arresti domiciliari per altri tre, tra cui Enrico Pazzali.
Gli avvocati del presidente di Fondazione Fiera, Federico Cecconi e Fabio Giarda, spiegano in una nota che il loro assistito “conta di poter presto dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti”. Estraneità che, in parte, (quella riferita agli accessi disinvolti), gli aveva riconosciuto anche il gip Filice nel momento in cui non aveva disposto per lui la custodia cautelare. Convinzione dedotta anche dalle intercettazioni, come quella in cui in un passaggio delle conversazioni Gallo e Calamucci parlano “dell’annoso tema se fornire o meno a Pazzali le credenziali della piattaforma che integra la possibilità di effettuare ‘report’ invasivi oppure se fargli utilizzare il cosiddetto Pazzalino una versione light della piattaforma”.