Venerdì 16 Agosto 2024

Il Mar Mediterraneo è bollente. Nuovi record di temperature, mucillagini e sconvolgimenti ambientali

L'anomalia, 3 o addirittura 4 gradi sopra la norma, è particolarmente forte a metà agosto nel Golfo di Venezia, nel Mar Ligure (tra Corsica, Nizza e Italia) o tra l'isola di Sicilia e la penisola, con temperature vicine a o superiore a 30 gradi

Parigi, 16 agosto 2024 – Le acque del Mar Mediterraneo sono calde come non mai, con effetti che ormai sono sotto gli occhi di tutti. La temperatura ha battuto il suo record per il secondo anno consecutivo, secondo una ricerca dell'Istituto di Scienze Marine (ICM) di Barcellona e della Catalogna. La temperatura media giornaliera della superficie del Mar Mediterraneo ha raggiunto i 28,9 gradi il 15 agosto e ha battuto il record di 28,71 gradi registrato il 24 luglio 2023. I dati preliminari si basano sulle informazioni satellitari del servizio marittimo dell'Osservatorio europeo Copernicus, registrate dal 1982. "La temperatura massima è stata raggiunta il 15 agosto sulla costa egiziana, a El Arish (31,96 gradi)", ma "questo valore deve essere preso con cautela", prima di una verifica approfondita, ha detto Justino Martìnez, ricercatore dell'Istituto di Scienze Marine.

Per due estati consecutive, il Mediterraneo è stato più caldo che durante l'ondata di caldo senza precedenti del 2003, quando la temperatura media giornaliera raggiunse i 28,25 gradi il 23 agosto, il record precedente che resistette per due decenni. "Ciò che va sottolineato non è tanto il raggiungimento del massimo in un giorno specifico, ma piuttosto l'osservazione di un lungo periodo di temperature così elevate, anche senza battere i record", ha detto Martìnez martedì, quando il Mediterraneo ha eguagliato i record di calore registrati nel 2023. Il record del 2023 è stato battuto quest'anno circa tre settimane dopo, quando le temperature superficiali generalmente iniziano a scendere a partire dalla fine di agosto. L'anomalia, 3 o addirittura 4 gradi sopra la norma, è particolarmente forte a metà agosto nel Golfo di Venezia, nel Mar Ligure - tra Corsica, Nizza e Italia -, o tra l'isola di Sicilia e la penisola, con temperature vicine a o superiore a 30 gradi.

Qualche giorno da ha fatto il giro del web l'immagine con una linea bianca sinuosa al largo della costa di Rimini e contornata da chiazze verdi più vicine alla riva: la vasta fioritura verde di fitoplancton accompagnata anche dalla formazione di mucillagine biancastra, causata proprio dalla presenza eccessiva dello stesso fitoplancton, favorita tra l’altro dalle elevate temperature del mare.

A scattarla, dallo spazio, uno dei satelliti 'Sentinel-2 'del programma europeo 'Copernicus' per l'osservazione della Terra, gestito dall'Agenzia Spaziale Europea e Commissione Europea. La foto pubblicata da 'Copernicus' su X ha raccolto migliaia di visualizzazioni e mostra lo stato attuale dell'Alto Adriatico oltre a certificare l'impatto sulle acque del surriscaldamento globale. La fioritura di fitoplancton, infatti, si deve oltre che alle temperature anche alle recenti forti piogge, che apportando acqua dolce hanno ridotto la salinità del mare vicino le coste, creando un ambiente ideale per la rapida proliferazione sia di questi organismi.

La tropicalizzazione del mar Mediterraneo altera profondamente gli ecosistemi marini e favorisce la prolificazione di specie non autoctone come il granchio blu, al centro poi quest’anno di una moria causata proprio secondo gli esperti da caldo e mucillagine. Casi particolari a parte, l’invasione del granchio blu da quasi due anni sta creando gravi danni e perdite nel territorio del delta del Po, nelle province di Rovigo e Ferrara.

Le immagini della mucillagine nell'alto Adriatico (foto Ansa)
Le immagini della mucillagine nell'alto Adriatico (foto Ansa)

Anche in Campania l'emergenza granchio blu ha raggiunto livelli allarmanti. Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell'Unci AgroAlimentare, avverte: "La specie marina aliena, originaria dell'Oceano Atlantico, sta producendo notevoli danni alle attività di pesca, oltre che agli allevamenti di molluschi, infestando le acque e mettendo a rischio la biodiversità, a causa della sua voracità e prolificità, che ormai ne hanno consentito la diffusione in gran parte del mar Mediterraneo, occupando diversi areali italiani, con una distribuzione eterogenea, provocando una profonda alterazione delle caratteristiche dell'ecosistema e significativi squilibri”.

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