Roma, 2 ottobre 2024 – Massima allerta per la manifestazione del 5 ottobre a Roma, vietata dalla questura ma annunciata – con un tam tam via social che di ora in ora si rafforza – dalla galassia pro Palestina. Data simbolica, a un anno di distanza dal massacro dei terroristi di Hamas in Israele, il 7 ottobre. Un mondo composito, che nelle valutazioni degli addetti ai lavori comprende almeno un centinaio di sigle, in tutta Italia.
E questo mentre le Comunità ebraiche si preparano a ricordare i martiri e gli ostaggi.
"Saremo trentamila”
Tra gli organizzatori del corteo l’Unione democratica arabo-palestinese, che ha presentato ricorso al Tar contro il divieto. Nelle attese dei manifestanti, nelle piazze della capitale si potrebbero riversare tra le 30mila e le 40mila persone.
Le parole del ministro Piantedosi
“Ho letto che qualcuno in barba al divieto pensa di manifestare, vedremo: esiste una posizione di principio e una operativa”, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
“Noi non vietiamo quasi mai le manifestazioni”. Però in questo caso per il ministro “con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare”.
La sentenza del Tar
Resta l’attesa per la sentenza del Tar, potrebbe arrivare già oggi. Da valutare l’effetto reale che potrebbe avere sulla piazza. Ma sicuramente un pronunciamento favorevole ai manifestanti costituirebbe un precedente.
Le parole della comunità palestinese del Lazio
Ma con il passare delle ore, arrivano i distinguo. “Noi come Comunità Palestinese di Roma e Lazio non scenderemo in piazza il 5. Dopo il digniego della Questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide, per chiedere: il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera”. Così, all’ANSA, Yousef Salman, presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio.