Lunedì 25 Novembre 2024
ALESSANDRO MALPELO
Cronaca

Pediatri cercasi disperatamente. "Migliaia di bimbi senza assistenza"

Ruoli scoperti in molte città. Anche gli specialisti di libera scelta sono al limite

Pediatri in Italia, i dati

Pediatri in Italia, i dati

Roma, 8 febbraio 2017 -  «I ritmi dell’ospedale sono molto pesanti, c’è un ridimensionamento del personale rispetto ai bisogni, tanti colleghi si danno alla libera professione. L’Italia per via del blocco del ricambio ha turni gravosi e si è presa un richiamo dalla Ue». Un quadro a tinte fosche quello che traccia Giampietro Chiamenti, presidente Fimp, Federazione italiana medici pediatri. Analisi condivisa dalla Società italiana di pediatria, il presidente Alberto Villani è lapidario: «Nei prossimi anni assisteremo a un consistente calo del numero dei pediatri. Questo fenomeno, peraltro già in atto, ci impone di ripensare l’attuale organizzazione delle cure, un percorso obbligato per garantire il diritto del bambino e dell’adolescente a essere curato da professionisti dedicati e in ospedali e reparti a loro dedicati. Dobbiamo guardare a modelli organizzativi diversi per la cura e l’assistenza dei soggetti in età evolutiva in ambiente ospedaliero e sul territorio».COSA STA succedendo? Da una parte c’è una fuga dal posto fisso, dall’altra un calo delle iscrizioni ai corsi universitari che rilasciano la specializzazione. Dopo anni di boom i pediatri ospedalieri, così come i colleghi specialisti di libera scelta, raggiungono la pensione. Quello che vediamo oggi è solo l’inizio, un divario compensato dal calo delle nascite, ma nel nel giro di otto anni mancheranno i numeri, e andrà in crisi il modello del sistema sanitario, almeno per come lo conosciamo oggi.

La cronaca dice che gli ospedali sono già in sofferenza, si fatica a trovare specialisti, dalla neonatologia per i bimbi prematuri ai reparti di allergologia infantile. Nel territorio le carenze si segnalano nelle aree rurali e di montagna, dove pochi sono disposti a recarsi per lavoro. La Fimp ha previsto da tempo l’emorragia in atto, 1.750 pediatri sono andati in pensione negli anni 2010-2015, si calcola che il 15% dei bambini in Italia, per un motivo o per l’altro, sia senza pediatra di riferimento, mentre si calcola che 3.630 specialisti saranno in uscita nel periodo 2015-2020. Oggi i pediatri hanno un massimale di 800 assistiti più le deroghe, 10 per cento di neonati, i portatori di patologie croniche sopra i 14 anni, gli immigrati minorenni e senza genitori. Questo fa si che il massimale si possa collocare a quota mille.

«I sindacati medici hanno ripreso il dialogo – riprende Giampietro Chiamenti – i temi che riguardano la professione, la difesa del sistema sanitario e la salute del cittadino restano attuali. Purtroppo l’instabilità del sistema politico non favorisce le decisioni. Ne è prova il blocco delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti».

Il presidente Fimp coglie anzi segnali contrastanti, che fanno temere per la tenuta del servizio sanitario nazionale come l’abbiamo conosciuto finora. In alcune regioni si paventa la riduzione dell’età di assistenza pediatrica al periodo 0-6 anni. Si profilano ipotesi di contratti capestro che sembrano un preludio al ruolo più incisivo delle assicurazioni private e delle mutue. I bambini in Italia sono quattro milioni e mezzo, i pediatri 13mila. Il modello di assistenza, che era considerata un fiore all’occhiello dell’Italia in Europa, sta cambiando i suoi connotati.

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