Genova, 3 agosto 2023 - I due parrucchieri egiziano accusati dell'omicidio di Mahmoud Abdalla sarebbero andati a svagarsi dopo aver ucciso il giovane connazionale e averne smembrato il corpo. La novità è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare scritta dal Gip di Genova. Tito e Bob, i due presunti killer di Mahmoud, poco dopo l'omicidio "sono usciti nella notte per motivo di svago" e hanno avuto "un atteggiamento leggero e privo di pensieri". Dettagli questi che smentirebbe "in modo certo che uno dei due avesse agito sotto minaccia o in preda al panico". Il Gip sottolinea anche come i due abbiano collaborato "spartendosi in modo quasi scientifico i compiti" nell'omicidio e come i due siano “soggetti dall'indole irosa e vendicativa, propensi all'uso della violenza gratuita, a cui ricorrono per risolvere le controversie personali. L'indole violenta è comprovata anche dallo scempio del cadavere, mutilato a mo di ulteriore sfregio e monito".
L’ombra del racket
Secondo gli investigatori, dietro alla morte di Mahmoud c’è l’ombra del racket. Per il Gip, Tito e Bob volevano imporre il proprio controllo “sui ragazzini appena usciti di comunità e assunti” nella loro attività. Entrambi gli arrestati vengono definiti come “dotati di una non comune capacità organizzativa poiché nel giro di qualche ora, con estrema freddezza sono riusciti a trasportare il cadavere, ripulire la scena del crimine, nascondere gli effetti personali della vittima, trovare un mezzo di trasporto e decidere come e dove disfarsi di tutto”. Il fatto che nessuno degli altri ragazzi che abitava nell'appartamento di Via Vado si sia accorto di eventuali tracce di sangue viene definito “singolare” dal giudice che ipotizza “che gli stessi ragazzi possano essere stati sottoposti a pressione”.
Le armi del delitto
Abdelwahab Kamel detto Tito e Abdelghani Aly detto Bob non hanno risposto alle domande del Gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere. I due egiziani arrestati avrebbero usato un coltello e una mannaia, comprati circa due ore prima dell'omicidio in un negozio gestito da cinesi, per smembrare, decapitare e mutilare Mahmoud. A incastrare Tito e Bob anche le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che li hanno ripresi vicino all'esercizio commerciali cinese, non distante dall'appartamento dove si è consumato l'omicidio.
I motivo dell'omicidio
I due arrestati per omicidio volontario hanno agito nella giornata di domenica 23 luglio in un appartamento in via Vado a Genova Sestri Ponente. Mahmoud aveva intenzione di cambiare datore di lavoro e inoltre aveva denunciato la propria posizione di lavoratore irregolare, già accertata da la Guardia di Finanza che lo scorso 19 giugno fece un controllo nella barberia di via Merano. Mahmoud aveva anche delle spettanze ancora da incassare e con questa scusa è stato attirato nell'appartamento all'interno del quale sarebbe scoppiata una violenta lite fra Tito, Bob e la vittima.
Come è stato ucciso Mahmoud
Mahmoud è stato ucciso con tre coltellate, inferte una al cuore, una al fegato e una all'addome. Dopo essere stato chiuso in una valigia, il cadavere è stato caricato su un taxi e trasportato a Chiavari, nei pressi della foce dell'Entella. In quel luogo è avvenuta la macabra decapitazione e la mutilazione delle mani, trovate poi su due spiagge diverse di Chiavari. Il corpo è stato gettato in mare, mentre della testa ancora non c'è traccia.