
Processo 'Mafia Capitale', Paolo Ielo, Luca Tescaroli, Giuseppe Cascini (Lapresse)
E' accaduto quello che doveva accadere, che era naturale accadesse: al processo per "Mafia capitale" è venuta meno l'accusa di associazione mafiosa. Nella sentenza emessa stamani i giudici del primo grado hanno riconosciuto la sostanziale correttezza dell'impianto accusatorio comminando pene molto pesanti per Carminati, Buzzi e buona parte degli altri imputati, ma hanno escluso l'aggravante dell'associazione mafiosa. Che invece già dall'inizio, già dal nome dato all'inchiesta, la Procura di Roma aveva previsto.
Non che i reati contestati siano lievi, e infatti le pene lo riconoscono (venti anni a Carminati, diciannove a Buzzi) ma non esiste, secondo il tribunale, quel contesto "mafioso" che aveva così colpito l'opinione pubblica, italiana e straniera. Non era difficile immaginarlo, e infatti molti osservatori da subito l'avevano fatto notare. La Procura si era fatta prendere la mano, diciamo così, magari sperando di dare all'inchiesta una forza e rilevanza mediatica in più, quella che la parola "mafia" assicura sempre e comunque.