Foggia, 5 ottobre 2024 – Alle isole Tremiti il primo giorno di scuola è arrivato con due settimane di ritardo. Finalmente è sbarcata sull’isola un’intrepida insegnante di 64 anni, Michela Liuzzi, maestra ancora precaria nonostante sia ormai vicina alla pensione. Ma è grazie a lei, a questa volitiva docente di Apricena (Foggia), che quest’anno i sette bambini della primaria del piccolo arcipelago, a nord del promontorio del Gargano e Comune più settentrionale della Puglia con 496 residenti, potranno sedere tra i banchi, come nel resto d’Italia. “Alcuni giorni fa, l’Ufficio scolastico regionale mi ha proposto di venire in questa sede. La scuola era chiusa dal 2003, perché non c’erano abbastanza bimbi, ma quest’anno, grazie all’arrivo di 7 studenti, si poteva riaprire.
Tuttavia, due colleghe avevano rifiutato l’incarico. E così mi sono trovata di fronte a una scelta difficile. Non nego di averci pensato a lungo: accettare significava partire dal mio paese, attraversare il Gargano e affrontare la traversata ogni settimana. Ma alla fine, il pensiero di poter far rivivere questa scuola mi ha convinta”. Michela è stata accolta a San Nicola, ‘capitale’ delle Tremiti, come un’eroina. Grazie a lei i piccoli alunni potranno frequentare regolarmente l’aula scolastica e imparare i primi rudimenti della grammatica e della matematica. “Rifiutare significava essere cancellata dalle graduatorie e vedere sfumare le poche possibilità di continuare a insegnare. Ma…”
Ma?
“L’ho fatto soprattutto per passione. Amo insegnare, amo i bambini e il legame che si crea in aula. L’insegnamento è una missione che ho nel cuore da tutta la vita”.
La sindaca Annalisa Lisci, che ha alle spalle una lunga esperienza da ristoratrice, promette che l’inviterà a pranzo e cena ogni volta che lei vorrà. Quindi ha avuto un’accoglienza con il tappeto rosso?
“Quando sono arrivata al molo, c’era già un piccolo studente, Andrea, che mi aspettava con la sua mamma. È stato un momento speciale, ero emozionata, anche un po’ agitata, ma mi sono sentita subito la benvenuta. Ho capito che, nonostante tutto, ne sarebbe valsa la pena. E poi, l’accoglienza delle famiglie è stata meravigliosa. Mi hanno fatto sentire a casa”.
Dopo le feste di benvenuto, dovrà affrontare i problemi concreti di tutti gli isolani: la solitudine, l’isolamento, la distanza dalla terraferma. Non potrà fare la pendolare come molte sue colleghe precarie. Ci ha già pensato?
“Resterò sull’isola dal lunedì al venerdì, per dedicarmi interamente ai miei alunni. Ogni venerdì, “meteo permettendo”, prenderò il traghetto per tornare a casa, ad Apricena, dove mi aspetta mio marito. I nostri figli, ormai grandi, vivono a Roma. Loro mi hanno sostenuta molto in questa scelta. Sanno quanto l’insegnamento conti per me”.
Le auguro di avere sempre un buon meteo, allora.
“Lo so che posso rischiare di restare bloccata anche per giorni, ma credo di avere un compito: dare una istruzione di qualità a questi sette bambini”.