Serviranno settimane, forse oltre due mesi, per il rientro di Chico Forti nel nostro Paese. Raggiunto il traguardo diplomatico e politico del governo, i ministeri di Esteri e Giustizia puntano ad accelerare le procedure per il trasferimento del produttore televisivo e surfista trentino: presto Chico continuerà a scontare in Italia l’ergastolo inflittogli nel 2000 da un tribunale della Florida, accusato dell’omicidio premeditato di un imprenditore australiano, per il quale si è sempre dichiarato innocente. "Auspichiamo che tutti gli altri passaggi, quelli che chiamano in causa tra l’altro le autorità giudiziarie, si possano compiere nel più breve tempo possibile per consentire a Forti di continuare a scontare nel suo Paese, vicino ai suoi affetti, la pena", commenta il Gardasigilli Nordio. Il ministero girerà la documentazione all’autorità giudiziaria, ovvero alla Corte d’Appello di Trento, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione. Lo stesso Forti, che agli Usa dovrà dare il proprio l’assenso al trasferimento, esulta e ringrazia l’Italia: "Mi avete salvato la vita". Lo zio del 65enne, recluso da 24 anni in Florida, confida che "per Pasqua sia qui con noi".
Roma, 3 marzo 2024 – Da mamma a mamma: "Signora Meloni, so che lei è una donna di parola, non mi deluda, faccia tornare in Italia mio figlio Chico". Poco più di un anno fa Maria Loner Forti lanciò attraverso il nostro giornale un appello alla premier, al quale lei ha risposto coi fatti l’altra sera.
Mamma Maria ha 96 anni. Cosa prova signora, cosa vuol dire oggi a Giorgia Meloni?
"Provo una gioia immensa e un’emozione ancora più grande. L’appello che rivolsi attraverso il vostro giornale lo scorso anno a Giorgia Meloni era una preghiera da mamma a mamma, più che alla sua figura politica. Mi è stato detto che questo appello era stato accolto con la promessa che se ne sarebbe occupata personalmente e così ha fatto! Non ho ancora avuto modo di incontrarla o sentirla, ma spero possa accadere con il rientro di Chico. Per ora mi limito a ringraziarla con tutto il mio cuore e la mia anima. Grazie, grazie, grazie signora Giorgia".
Come ha saputo la notizia? Chi gliel’ha data?
"Ho saputo della notizia nel pomeriggio di venerdì da mio cognato Gianni, e non riuscivo a crederci perché mi sembrava un miracolo! Ho tanto sperato e pregato che questo potesse succedere, però le illusioni si sono susseguite alle troppe cocenti delusioni".
E Chico, l’ha sentito?
"Guardi, venerdì è stata una giornata incredibile e piena di colpi di scena. Alle 23 stavo andando a letto quando è squillato il telefono e l’altro mio figlio, Stefano, mi ha detto che la chiamata arrivava dal carcere dove è recluso Chico. In genere Chico mi chiama ogni lunedì, cinque minuti a settimana".
Che le ha detto Chico?
"Che nel pomeriggio gli aveva telefonato Giorgia Meloni in persona, dalla Casa Bianca. La premier gli comunicava che il governatore della Florida aveva sottoscritto ufficialmente i documenti necessari per il suo trasferimento in Italia".
E lei?
"Gli ho subito chiesto: Chico, ma stavolta è davvero è tutto vero? E lui: sì mamma, è tutto vero. Gli ho chiesto se se lo aspettava e lui mi ha detto di no, ma anche che Uno era agitato da un giorno e sembrava che sentisse qualcosa di strano".
Scusi, ma chi è Uno?
"Chico è in un settore del carcere dove si addestrano i cani. Il suo cane attuale si chiama Uno. Ho detto a mio figlio: in genere sei tu che a fine addestramento saluti i tuoi cani che se ne vanno, stavolta sarà Uno che dovrà salutare te che te ne vai".
Gioia da uno a mille?
"Centomila. Credo sia stata la più grande emozione di tutta la mia lunga vita".
Da quanto tempo non vede suo figlio?
"Da sedici anni, 2008. Andrai a trovarlo in carcere in America per i miei 80 anni. Poi non ho più avuto la forza di muovermi".
A settimane potrà riabbracciarlo..
"L’emozione sarà grandissima. Lui dice sempre che io sono la sua roccia… Spero di regger ancora bene, alla mia età, al potentissimo urto di quel giorno. Ma le confesso che cominciavo a temere che questo giorno non sarebbe più arrivato".
Perché, signora Maria?
"Perché i miei anni sono tanti e le delusioni patite ancora di più. Avevo perso quasi tutte le speranze. Poi Chico, ogni volta che lo sentivo, mi esortava a resistere fino a quando non lo avessi ancora abbracciato. E così ho sempre fatto".
In tutti questi lunghi anni, ha mai avuto un solo dubbio sulla colpevolezza di suo figlio?
"Le rispondo come un anno fa: no, sono sempre convinta che sia stato vittima di un terribile errore giudiziario. Chico, sin da bambino, stava dalla parte dei più deboli: è sempre stato mite e pacifico. Ha un carattere burlone, ma è buono, leale, onesto".