Roma, 21 dicembre 2023 – Il lupo sarà declassato? Questa è la proposta della Commissione europea dopo una consultazione lampo durata poco più di tre mesi. Ecco cosa cambia.
Lupi nella Ue, cosa cambia
In concreto, la proposta prevede di passare dal divieto di cattura, uccisione e di disturbo della specie a un obbligo più generico per gli Stati di mantenere un buono stato di conservazione.
Che cosa succede ora
La proposta dovrà essere approvata prima dal Consiglio Ue per essere poi esaminata dal Comitato della Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali.
Alla Convenzione aderiscono 50 Stati più l’Ue e per approvare la proposta serve la maggioranza qualificata. La Commissione interviene per rispondere alla richiesta “di maggiore flessibilità” da parte delle autorità locali, ha spiegato la presidente Ursula von der Leyen. Perchè se “il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa”, la loro concentrazione “in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame”.
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Il WWF: solo tornaconto politico
Proprio gli ambientalisti, in una prima fase zoccolo duro del sostegno a von der Leyen per via del Green Deal, oggi la attaccano frontalmente, accusandola di essere troppo accondiscendente con la sua parte politica, il Ppe, che da anni conduce una campagna per il declassamento dello status di specie protetta del lupo. La presidente della Commissione «sacrifica» la conservazione della specie “per il proprio tornaconto politico”, è il giudizio del Wwf. Anche Birdlife Europa insiste sulle responsabilità dirette della numero uno della Commissione parlando di “ultimo regalo di Natale di von der Leyen al gruppo Ppe e alle lobby agricole”. Gli avvocati ambientalisti di Client Earth definiscono la notizia “un triste presagio per la protezione della fauna selvatica in Europa”.
Le parole del ministro Lollobrigida
Per il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, l’intervento di von der Leyen è “auspicabile e doveroso per garantire la sopravvivenza di altre specie messe a rischio dall’eccessiva proliferazione di questo animale”. “Ora bisogna fermare le stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna”, si legge in una nota di Coldiretti.