COSÌ VINCE
L’idea, Berlusconi la coltiva da sempre, ma questa è la prima volta in cui il pensiero si è fatto concreto. Almeno sulla carta. E’ chiaro che se andasse in porto, ammesso che sia possibile, il Colle significherebbe per il Cavaliere il riscatto personale e politico di un’esperienza giocata sempre sul filo. In ogni caso un risultato Berlusconi l’ha già ottenuto: essere sempre ai vertici dei sondaggi popolari sui presidenti che gli italiani vorrebbero lo toglie dall’angolo da cui i giudici l’avevano confinato.
COSÌ PERDE
Non è vero che Berlusconi non ha niente da perdere. Andare a schiantarsi al quarto scrutinio sullo scoglio dei franchi tiratori, magari con un risultato basso (sotto i quattrocento voti) rappresenterebbe per il Cavaliere l’uscita di scena più mesta, degna del finale del Caimano. Significherebbe che neppure i suoi l’hanno voluto, che lui non ha mostrato la lucidità di comprendere quando era il momento di cambiare ruolo in commedia. O semplicemente che non ha avuto la forza di imporre, e di imporsi, un altro finale.