Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

L’ultima sera insieme. Vigilessa uccide il marito. Poi decide di farla finita

I corpi scoperti dai vigili del fuoco chiamati dai vicini e dalla figlia. L’incredulità dei colleghi agenti: "Nessuno si aspettava un epilogo del genere".

L’ultima sera insieme. Vigilessa uccide il marito. Poi decide di farla finita

Erano tornati insieme da qualche anno, dopo un periodo di separazione, Pietro Delia, commercialista, di 65 anni e Laura Lupo, 62 anni, agente della polizia municipale, ieri sono stati trovati morti in casa in via Notarbartolo a Palermo non lontano dall’albero Falcone. La donna avrebbe impugnato la pistola di ordinanza e avrebbe sparato contro il marito quattro colpi che lo hanno raggiunto al torace e all’addome e poi avrebbe rivolto contro di sé l’arma prima ferendosi e poi togliendosi la vita. Sono stati riscontrati nel primo esame del medico legale ferite al collo e alla testa della donna. La prossima settimana sarà eseguita l’autopsia. A scoprire i cadaveri sono stati i vigili del fuoco chiamati dai vicini e dalla figlia che non riusciva a mettersi in contatto con i genitori.

I CONOSCENTI

Nicola Scaglione, segretario provinciale del Csa e collega dell’agente municipale, ha detto che le forze dell’ordine di Palermo sono sconvolte: "La nostra collega era apprezzata da tutti e non avremmo mai pensato ad un epilogo così tragico. Aspettiamo di comprendere cosa sia successo, ma a caldo posso dire che nessuno di noi poteva immaginare una sciagura di questo tenore. Laura era una persona stimata alla quale volevamo tutti bene". La figlia aveva riaccompagnato a casa i genitori la sera precedente dopo aver passato una serata insieme. Lei lavora nello studio da commercialista del padre.

UN’AGENTE IRREPRENSIBILE

La coppia ha un altro figlio che si trova fuori per lavoro e sta rientrando a Palermo. Lupo prestava servizio negli uffici del Giudice di Pace. Il comandante della polizia municipale di Palermo Angelo Colucciello ha parlato di "una storia bruttissima che ci ha colto tutti di sorpresa. Nessuno poteva immaginare un epilogo così drammatico. La nostra collega era una persona caratterizzata da grande pacatezza e signorilità nel tratto e nel comportamento. Svolgeva l’attività negli uffici del giudice di Pace con grande professionalità e preparazione. Un’agente della polizia municipale irreprensibile". La Fp Cgil Palermo, che già da tempo aveva sollevato "diverse problematiche relative al maneggio delle armi da parte dei lavoratori del comparto ribadisce che i fatti di oggi potrebbero annoverarsi tra le cosiddette tragedie annunciate".