di Giovanni Rossi
"Con umiltà e determinazione mi ripresento agli elettori per molte ragioni. La principale è che mi stanno a cuore i giovani", dichiara l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Parla di sé?
"Come potrei, a 40 anni?", sta al gioco l’ex 5 Stelle passata a Impegno Civico con Luigi Di Maio e ora candidata del centrosinistra nell’uninominale a Siracusa e in quattro collegi plurinominali tra Sicilia e Piemonte.
Tutti confidano di rappresentare le nuove generazioni, ma perché i giovani dovrebbero avere fiducia in un sistema che li marginalizza?
"Perché non possono rinunciare alla costruzione di un’Italia diversa, un mondo finalmente capovolto dove l’ascensore sociale riprenda a funzionare valorizzando impegno e merito".
Invece?
"L’altro giorno ho incontrato una farmacista neolaureata e la sua frustrazione: 500 euro al mese per otto ore al giorno di lavoro con un contratto non a norma. Chi propone salari da fame lavora contro il Paese".
Ora il centrodestra promette la svolta.
"Un marketing grossolano. A mettere in fila l’elenco degli interventi miracolosi sbandierati da Meloni, Berlusconi e Salvini siamo già a 160 miliardi di spesa ancor prima di iniziare. Solo la Flat Tax costerebbe 80 miliardi. Poi Salvini la vuole al 15%, Berlusconi al 23%, la Meloni tace. Risorse che non ci sono e – nel malaugurato caso – sarebbero sottratte proprio ai giovani, alla loro formazione, al loro futuro. Formare un laureato in medicina costa 220mila euro. Evitare la fuga dei cervelli, agevolare chi studia: queste sono le priorità su cui dobbiamo applicarci".
Giorgia Meloni la sfotte, dice che il prossimo "ministro dell’Istruzione non sarà certo un’Azzolina".
"Detto da lei è un complimento. Non era forse la futura presidente di Fratelli d’Italia ministro della Gioventù nel governo Berlusconi che nel 2008 tagliò 8 miliardi di risorse alla scuola?"
Forse sui giovani avete idee diverse?
"E per fortuna! Non posso aver nulla da spartire con chi qualifica malattie come obesità e anoressia tra le "devianze giovanili". Ma ci rendiamo conto? E con tutto quello che i ragazzi hanno passato con il Covid".
Anche sul Made in Italy state baruffando?
"L’idea del liceo del Made in Italy come sbocco rapido per talenti tradisce una chiara ignoranza. Delle due l’una: o Meloni non sa che esistono già gli istituti tecnici e professionali che preparano le figure necessarie al mondo dell’artigianato e dell’industria; oppure, ricorrendo al termine “liceo“, intende riesumare una vecchia visione classista anche tra i destinati a un veloce innesto nel mondo produttivo".
Più istruzione o più lavoro? Nella dimensione giovanile di oggi, sembra quasi un dibattito antico.
"Non esiste antitesi tra formazione e produzione. Ma rispetto al passato, un percorso formativo ed educativo all’altezza dei tempi oggi appare irrinunciabile. Con la velocità di trasformazione che ha il mondo, il compito della scuola diventa infatti assoluto, perché la scuola deve forgiare menti critiche e pensanti in grado di adattarsi ai cambiamenti che già viviamo e a quelli più rilevanti che le nuove generazioni affronteranno".
Soluzioni?
"Oggi si è costretti a scegliere il percorso liceale, tecnico o professionale a 13 anni. Troppo presto. E questa decisione così anticipata, oltre a favorire un forte abbandono, finisce per confliggere con l’obbligo di studio fino a 16 anni. Sarebbero preferibili cinque anni di scuole secondarie di 1° grado. Avremmo minore dispersione, cittadini più formati e studenti superiori ancora più performanti e motivati".
Rimpianti da ex ministra, forse. Ma ora lei dovrà essere rieletta, e non coi 5 Stelle.
"Ce la metterò tutta, sicuro".
Non le fa effetto, da ex grillina, essere candidata uninominale del centrosinistra incluso "il partito di Bibbiano"?
"Mai nessuno troverà una mia dichiarazione simile sul Pd".
Ah, giusto il copyright è di Di Maio.
"Tutti facciamo i nostri errori ma Luigi, con il quale ho condiviso la scelta di lasciare i 5 Stelle e la nascita di Impegno civico all’interno del centrosinistra, ha tre qualità indiscutibili: quando sbaglia chiede scusa, impara velocemente e sa guardare avanti. Lo giudico un ottimo ministro".
Nessuna nostalgia stellata?
"No, anzi"
E Conte?
"Tanto capace come presidente del Consiglio quanto improbabile come leader. Ha trasformato il Movimento in partito padronale. In tanti ci sentivamo a disagio e siamo andati via. Il suo tradimento della candidatura unitaria di Caterina Chinnici alle Regionali siciliane è uno scandalo. Almeno quanto aver determinato la fine del governo Draghi. Non si può vivere in funzione esclusiva dei sondaggi".
Ora il disagio è sparito?
"Sì, perché il mio cuore batte da sempre a sinistra e in questa coalizione mi sento a casa, in piena condivisione di valori. Io sono per i diritti di tutti. Quando il ddl Zan è stato bocciato in Senato, è stato un incubo assistere agli schiamazzi di Salvini e compagnia esultante".
Scusi, Azzolina, ma lei non stava al governo con Salvini?
"Sì, e non sa quanto ho sofferto, ma la politica è anche questo. Aver recuperato certe distanze è già un bel risultato".