Modena, 17 agosto 2023 – “Io ’meteo-terrorista’? Assurdo". Dopo la collaborazione con la trasmissione Che tempo che fa, Luca Lombroso, responsabile tecnico dell’Osservatorio Geofisico di Unimore, è diventato un personaggio molto conosciuto. Ora, però, la notorietà si è rivelata ingombrante e i detrattori delle sue previsioni si sono moltiplicati. Troppi e troppo offensivi molti dei post e dei commenti pubblicati di recente sul suo profilo Facebook: "Ecco perché ho deciso di sospenderlo".
Lombroso, ha ricevuto anche minacce?
"Per fortuna minacce vere e proprie no. Su questo fronte mi sento ragionevolmente tranquillo e spero sia sempre il buon senso a prevalere. Anche se, e penso ad alcuni miei colleghi, certi ambienti ultracomplottisti si sono resi protagonisti di cose davvero spiacevoli. Io ho sempre mantenuto una linea colloquiale: so, però, che quando si dicono le cose come stanno a qualcuno può non fare piacere. Spesso capita con certe fazioni estremiste di antiscienza, a volte con i politici e può succedere anche con il modo ambientalista".
C’è chi l’ha definita ’meteo-terrorista’.
"Questo termine, meteo-terrorismo, è improprio anche nei confronti di chi fa una meteorologia condita da clamore e urla, come capita in certi siti commerciali. Purtroppo, paghiamo anche per queste persone. Io oppongo a chi lancia queste accuse che è il clima a essere diventato catastrofista. Gli eventi lo dimostrano. Chi lo dice a voce alta viene additato come Cassandra, ma ci si dimentica che Cassandra pronosticava sventure che poi si sono avverate".
Lei ha cancellato le offese più pesanti dai suoi social. Qual era il tono?
"A parte i classici ’imbecille’, ’idiota’ o ’venduto’ ricevuti anche in altre occasioni, mi hanno accusato di essere al soldo dei servizi segreti e della Cia (io che sono stato obiettore di coscienza). E ne sono comparse altre veramente eccessive, tipo nazista e fascista. Le ho tolte subito. I commenti saranno riaperti nei miei prossimi post, purché non contengano offese a me e neanche ad altri. Bisogna mantenere un tono di discussione civile e scientifico".
Si aspettava queste reazioni?
"Un po’ sì, perché mi era già capitato qualche mese fa. In questo periodo, però, il clima si è fatto ancora più teso".
La sua attività di divulgazione scientifica non la mette al riparo da commenti gratuiti?
"In questo periodo il clima, non solo nel senso di sistema climatico, parlo del clima sociale, si è esasperato. Si è visto un ritorno a forme di negazionismo scientifico. In qualche caso vediamo forme di complottismo, come per le critiche ad alcune misure della Ue di contrasto ai cambiamenti climatici. Possiamo discutere sull’auto elettrica, ma mettere in discussione che si abbiano vantaggi a rendere efficienti energicamente le nostre case mi sembra incredibile… Il primo ad avere vantaggi è il proprietario".
Sul meteo ha scritto numerosi libri. Qual è il ’filo rosso’?
"La riflessione suggerita dai miei libri è che da trent’anni parliamo di questi argomenti, eppure sembra che siamo all’inizio. Da trent’anni si parla di emissioni di CO2 e da quando l’Onu ha detto che dovremmo ridurle sono aumentate del 64%. Si è puntato molto sul comportamento personale, scaricando la colpa sull’individuo, quando in realtà le cose sono più complicate e avrebbero richiesto un’azione congiunta".
Quanto ci dobbiamo preoccupare degli eventi estremi?
"Il surriscaldamento globale ha già causato problemi dei quali dobbiamo, più che preoccuparci, prendere coscienza: sono la nuova normalità, impariamo ad affrontarli come spiego negli ultimi due libri Attenti al meteo e Tesoro sommerso . Possiamo rallentare questa deriva. Ogni decimo di grado di aumento della temperatura che evitiamo è un vantaggio, anche se noi non saremo dentro i parametri degli accordi di Parigi. Ci aiuterà".