Sabato 29 Giugno 2024
VALENTINA
Cronaca

Lotta al caporalato. Il calvario dell’operaio:: "Costretto a lavorare per un euro all’ora"

Il 30enne marocchino ha denunciato lo sfruttamento: turni massacranti "Mi sono infortunato e nessuno mi ha soccorso, sono stato cacciato". Aperta un’inchiesta, ora è riuscito a ottenere il permesso di soggiorno.

Lotta al caporalato. Il calvario dell’operaio:: "Costretto a lavorare per un euro all’ora"

Lotta al caporalato. Il calvario dell’operaio:: "Costretto a lavorare per un euro all’ora"

Reggiani

"Lavoravo dodici, a volte quindici ore al giorno per un compenso di un euro all’ora. Quando mi sono ferito gravemente alla mano, usando il flessibile, nessuno mi ha soccorso: sono stato cacciato direttamente dal cantiere. “Non sai neppure lavorare“, mi ha detto il padrone". Arriva da Modena un’altra grave e vergognosa storia di caporalato che ricorda da vicino quella del bracciante Satnam Singh, morto dissanguato dopo aver perso un braccio mentre lavorava, a Latina. Come Singh anche Hamed, così lo chiameremo, non ha ricevuto alcun soccorso ma, fortunatamente, le sue ferite erano meno profonde e quindi non letali. Questo ha permesso al lavoratore edile di denunciare le condizioni di sfruttamento in cui era costretto a lavorare, al limite della schiavitù.

Un pasto al giorno, se andava bene, la notte nei giacigli di fortuna e intere giornate all’interno dei cantieri con il ‘miraggio’ del permesso di soggiorno. Grazie al supporto della Fillea Cgil di Modena e del Centro lavoratori stranieri, a seguito della denuncia, per sfruttamento e a quella per omissione di registrazione Inail e Inps, presentate alla Procura e all’Ispettorato lavoro, il 30enne ha ottenuto un permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo della durata di un anno. Un caso unico a Modena e raro in Italia, legato all’importante decisione assunta dal Pm Campilongo. Ora le indagini sono in corso nei confronti del ‘padrone’ del cantiere, uno straniero e dei fedeli collaboratori del caporale.

Hamed è entrato in Italia lo scorso anno clandestinamente, attraverso la rotta libica e ha iniziato a lavorare nei cantieri edili: uno a Vignola e l’altro a Castelfranco, sotto le direttive dello stesso ‘caporale’. Gli operatori della Cgil lo hanno incontrato per la prima volta a novembre, durante i sopralluoghi nei cantieri. Il funzionario modenese della Fillea Cgil Pietro Imperato gli ha lasciato il proprio biglietto da visita e a gennaio Hamed gli ha telefonato lamentando differenze retributive. Emerge subito come il lavoratore sia irregolare e, nel frattempo, lo stesso resta coinvolto in un grave infortunio sul lavoro che va a confermare un altro dato di irregolarità.

Il 10 febbraio il giovane, grazie al supporto della funzionaria della Fillea Cgil di Modena Souad Elkaddani di lingua araba e dall’avvocata Elisabetta Vandelli del Centro lavoratori stranieri, presenta querela per grave sfruttamento nel cantiere edile di Castelfranco ai sensi dell’art. 603 bis. L’operaio dimostra la precisa volontà di cooperare e sia la denuncia per sfruttamento che quella per omissione di registrazione Inail e Inps, presentate alla Procura e all’Ispettorato lavoro, determinano da parte del pm, dottoressa Campilongo una decisione chiara: il 30enne marocchino ottiene il permesso di soggiorno per grave condizione di sfruttamento lavorativo della durata di un anno rinnovabile. Il primo caso riconosciuto a Modena di sfruttamento lavorativo resa possibile soprattutto grazie alla collaborazione attiva dell’operaio nella fase delle indagini.

"Una vertenza tutta Fillea, che ha un valore politico importante per tutti i lavoratori fragili e sfruttati – sottolinea Rodolfo Ferraro, segretario generale della Fillea Cgil Modena –. Il giovane lavorava nei cantieri 300 ore al mese per un euro all’ora; subiva vessazioni, violenze, ricatti ma restava in silenzio, sperando di ottenere il permesso di soccorso. Dopo l’infortunio sul lavoro, durante il quale si è tagliato la mano con il flessibile, ha deciso di denunciare: era stato cacciato e insultato perché si era ferito. Ci ha fornito foto, video segnalando i responsabili ed è partita la denuncia. Il nostro orgoglio? aver portato avanti per la prima volta a Modena questo tipo di vertenza e con esito positivo. Siamo pronti a tutelare questi lavoratori, a dar loro voce affinchè trovino il coraggio di denunciare. Auspichiamo ora che un’azienda sana gli offra un posto di lavoro, altrimenti tra un anno il suo permesso di lavoro scadrà".