Reggio Calabria, 30 novembre 2024 – Per il femminicidio di Lorena Quaranta la Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria ha confermato l’ergastolo al fidanzato Antonio De Pace, reo confesso. Ergastolo che era stato invece ‘cancellato’ dalla Cassazione per stress da Covid, era stata annullata con rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Messina “limitatamente al diniego delle circostanze attenuanti generiche”.
Il difensore: “Presenteremo ricorso”
Ma è finita qui? No, non è finita. "Presenteremo ricorso - annuncia l’avvocato Bruno Ganino, difensore dell’imputato, al telefono con Quotidiano.net -. E lo faremo basandoci sulle norme e sulle valutazioni di due procuratori generali, di Messina e Reggio Calabria, entrambi hanno chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche”.
Le parole del padre: “Oggi siamo tranquilli”
Ma si dice “tranquillo” il padre di Lorena, Enzo Quaranta. Spiega al telefono: “Sappiamo che non è finita. Ma ci aspettiamo che sia confermato l’ergastolo. Altrimenti in Italia sarebbe tutta una buffonata e una sconfitta per la giustizia, dopo tre gradi di giudizio”. Insiste: “Lo stress da Covid non c’entra nulla, lo dicono gli atti del processo. Lui la sera usciva con gli amici e giocava a playstation. Sono stati anni durissimi ma oggi mia moglie ed io siamo sereni. Siamo certi che l’ergastolo sarà confermato”.
Il femminicidio di Lorena Quaranta
Lorena Quaranta, brillante studentessa di medicina, è stata uccisa il 31 marzo 2020 a Furci Siculo (Messina). Stava per laurearsi, era stimatissima e innamorata del suo mestiere, fin da piccola sognava di fare la ginecologa. Il padre ha scolpiti nella mente i messaggi che si scambiavano e non ha mai avuto dubbi: “Lui, infermiere, da quel che scriveva a Lorena si sentiva da meno. L’ha ammazzata per un complesso di inferiorità”.