Dopo 15 mesi di guerra e dopo trattative snervanti mediate dalla scorsa estate da Usa, Qatar ed Egitto, alle 8.30 di oggi a Gaza entra finalmente in vigore la tregua. L’esercito israeliano ha avuto ordine di abbandonare il nord della Striscia e in particolare le principali città di Gaza dove Hamas, secondo fonti locali, già si accinge a tornare ad assumere armi alla mano il controllo dell’ordine pubblico. I militari israeliani restano per ora sull’Asse Filadelfia (al confine con l’Egitto) e sull’Asse Netzarim (che taglia la Striscia in due tronconi). Ma al valico di Rafah centinaia di camion con aiuti umanitari per la popolazione palestinese sono in attesa della ‘luce verde’ per potere fare ingresso. In Israele le famiglie attendono col fiato sospeso di potersi ricongiungere coi propri cari nel contesto della prima fase degli accordi sulla tregua. Fra di esse spicca la famiglia Bibas che ieri, nella ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv ha celebrato il secondo compleanno dell’ostaggio più piccolo, Kfir, tenuto prigioniero a Gaza dal 7 ottobre 2023 assieme alla madre Shiri e al fratello maggiore, Ariel, 4 anni. Entrambi coi capelli rossi, i due bambini sono entrati nel cuore di tutti gli israeliani. "C’é qualcosa di simbolico – ha osservato sua zia – che proprio nel giorno in cui Kfir compie due anni si firmi l’accordo sulla tregua". Nelle mani teneva un elefantino di stoffa rosa, molto amato da Kfir. Ma sulla sorte della madre con i due figli (il padre è pure tenuto in ostaggio, ma separatamente) non si sono mai avuti segni incoraggianti e le autorità si limitano a dire con tono mesto che su di loro "c’é forte preoccupazione". Secondo fonti ufficiose, in questo primo scaglione solo 25 ostaggi sono ancora vivi.
In base agli accordi Hamas doveva inoltrare nella giornata di ieri ai mediatori nel Qatar i nomi delle prime tre donne israeliane che saranno liberate oggi pomeriggio. Ma a tarda sera quei nomi non erano ancora pervenuti in Israele. E nel pomeriggio, da fonti governative israeliane, si era diffusa la voce che Netanyahu, senza i nomi dei primi tre ostaggi, avrebbe potuto farl saltare tutto già da ieri sera. Le tre israeliane sarebbero comunque la 30enne infermiera veterinaria Doron Steinbrecher, la 24enne ex scout rapita al Nova Festival Romi Gonen, la 28enne appassionata di astronomia Arbel Yehud.
In serata poi, in un intervento registrato prima però, Netanyahu in Tv ha ribadito di essere determinato a riportare a casa tutti: "Si tratta di una missione santa". Ha confermato che Israele esige ancora che Hamas esca di scena. Se fosse necessario – ha avvertito – Israele riprenderebbe i combattimenti a Gaza in maniera anche più forte, al termine della prima fase di 42 giorni, "grazie al sostegno e alle armi che ci forniranno gli Stati Uniti di Trump". Sul terreno l’esercito si accinge a prendere in custodia le prime tre donne che saranno rilasciate. Hamas probabilmente compirà operazioni di diversione, prima di consegnarle alla Croce Rossa, per evitare che Israele comprenda dove erano state tenute prigioniere. In tre località ai margini della Striscia sono state approntate postazioni mediche. Le donne saranno esaminate da medici e da psicologi, e poi trasferite al vicino ospedale di Beer Sheva. Le tv trasmetteranno in diretta le fasi delle liberazioni.
Una volta che le tre donne avranno raggiunto l’ospedale, sarà imposto un black out totale. In base all’esperienza passata occorre proteggerle al massimo dall’impatto improvviso con la nuova realtà e impedire che siano assalite dai mass media. Sulle loro condizioni, fisiche e mentali, sarà responsabilità delle autorità mediche di aggiornare il Paese con appositi comunicati. Solo ai familiari più stretti sarà consentito allora di regalare loro un primo abbraccio.