Domenica 22 Dicembre 2024
FRANCESCO MORONI
Cronaca

L’onda antisemita. Vandalismo a Bologna. E la petizione pro Gaza spacca l’Università

Strappati volantini in ricordo delle vittime israeliane al Memoriale della Shoah. Trecento docenti firmano un appello che non condanna Hamas: è bufera.

L’onda antisemita. Vandalismo a Bologna. E la petizione pro Gaza spacca l’Università

Sopra un volantino strappato ci sono il nome e la foto di Avigail Idan, tre anni appena, israeliana. Accanto, un altro manifesto con il volto di Mia Leimberg, 17enne israelo-argentina. Poi un altro ancora: Noga Weiss, 18 anni, israeliana. E ancora: Karina Ariev, 19 anni, israeliana. La lista è lunga. Vicino a ogni nome, una scritta: "Rapiti da Hamas". Volantini di solidarietà verso gli ostaggi del nucleo terroristico, appesi appena un paio di settimane fa sul Memoriale della Shoah a Bologna, e da ieri deturpati, vandalizzati, squarciati. Un altro, l’ennesimo sfregio di matrice antisemita in questi ultimi giorni dentro i confini nazionali. La manifestazione nella città delle Torri aveva raccolto il 12 ottobre più di mille persone che, con candele accese in mano, si erano riunite per una preghiera di pace e speranza. Altri volantini erano stati appesi tra il verde dei Giardini Margherita, il principale parco cittadino, ma anche a loro – seppur in tono minore – è toccata la stessa sorte e sono stati grattati via. L’odio, alla fine, è arrivato anche qui. A Bologna infatti l’attacco al memoriale della Shoah non è un caso isolato: in via San Leonardo, nel cuore della zona universitaria, tra palazzi della scienza e aule didattiche, sono apparse altre scritte. "Fuck Israel", si legge su un muro. "Palestina libera", ha disegnato con una bomboletta spray qualcuno poco più in là. Ma ci sono anche alcuni precedenti, più o meno recenti, come quando nel 2020 comparvero due Stelle di David a fianco di altrettanti campanelli di casa.

La ferocia contro le comunità ebraiche ha contagiato anche la Dotta e la Rossa, dunque, mentre più di 300 accademici dell’Università di Bologna incalzano il rettore Giovanni Molari a prendere una posizione per invocare il cessate il fuoco a Gaza. Una petizione, sottoscritta da professori e ricercatori, che ha spinto il rettore dell’Alma Mater a pubblicare una nota: "A un ateneo come il nostro, orgoglioso del suo pluralismo, non compete adottare questa o quella visione, ma alimentare un dibattito collettivo che contribuisca a un’analisi non semplicistica di temi rilevanti e complessi. Purché tale dibattito si svolga nel rispetto reciproco e muova dalla ferma condanna di ogni attacco ai diritti umani".

"Pluralismo", dunque, perché all’università di Bologna "ci sono studenti di cittadinanza israeliana, che sono stati richiamati come riservisti", così come "ci sono studenti di nazionalità o origine palestinese che sono in angoscia per i propri cari".

"Un nostro compito fondamentale è quello di fornire a tutti, a partire dagli studenti, gli strumenti culturali e scientifici per capire una situazione storica e politica drammatica", prosegue Molari. Che aggiunge: "In una comunità che si pone l’obiettivo di suscitare il confronto critico, non c’è da stupirsi che spontaneamente emergano posizioni differenziate".

Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica bolognese, commenta la petizione spiegando come "la firmerebbe anche domani, se usasse tutte le parole che servono". "Hamas è un nome che deve comparire – sottolinea –. Non può non esserci". E sull’attacco al Memoriale, aggiunge: "C’è grande dispiacere: il fatto che vengano strappati i manifesti è a dir poco inaccettabile".