Roma, 20 ottobre 2020 - "Dopo avere raccolto il parere degli esperti ho dichiarato quattro zone rosse. Dobbiamo evitare che ce ne siano altre anche nei prossimi mesi". Ieri in serata il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha descritto in modo lineare chi si prende la responsabilità, anche nel nuovo corso dopo l'ultimo decreto del governo, di decidere come e dove far partire i lockdown locali per scongiurare l'impennata del Coronavirus. E oggi chiarisce senza tentennamenti: "Da noi decide il presidente della Regione, su proposta del dipartimento di Prevenzione dell'assessorato alla Salute, sentito il sindaco del Comune. Trattandosi di un provvedimento restrittivo, rispetto alla norme nazionali, non è necessaria nessuna preventiva condivisione con il ministero della Salute". Ma non tutti dimostrano la stessa sicurezza. Alla domanda sulle responsabilità, tra le Regioni s'incontra soprattutto cautela. "Vediamo, il testo del decreto è sicuramente da approfondire", è la risposta più ripetuta. Anche dallo staff dell'assessore del Piemonte, Luigi Icardi, coodinatore della commissione Salute nella conferenza delle Regioni. Da capire i confini della "concertazione" e il nuovo protagonismo dei sindaci. Intanto la Lombardia, sorvegliata speciale, dal 22 ottobre vuole il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino. Il ministro della Salute Roberto Speranza si è detto d'accordo. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la stessa misura da venerdì. Mentre Stefano Bonaccini in Emilia Romagna è deciso: "In questo momento non vediamo necessità di altre restrizioni".
La mappa
L'Italia è scandita da mini lockdown, dalla Valle d'Aosta alle Dolomiti all'Etna. Ma esiste una mappa nazionale? In altre parole, esiste un soggetto che stila e aggiorna un elenco completo delle località sottoposte a particolari restrizioni? Non risulta, almeno dopo un giro di telefonate, dal ministero della Salute all'Iss agli Interni alla presidenza del Consiglio. In Valle d'Aosta 'chiusi' piccoli centri come Saint-Denis, meno di quattrocento abitanti, Verrayes e Chambave. Salve "le attività che erogano beni e servizi di prima necessità,quelle agricole e di allevamento, così come quelle connesse alla filiera agro-alimentare, le attività dei presidi sociosanitari e quelle veterinarie”. Una sola persona a famiglia potrà uscire una volta al giorno per fare la spesa o acquistare farmaci. In Trentino lockdown a Sesto e Monguelfo, in Val Pusteria. In Liguria dal 15 ottobre restrizioni a Genova (la parte ovest del centro storico, Sampierdarena, Cornigliano, Certosa-Rivarolo). L'ordinanza del presidente Giovanni Toti vieta di stazionare all’aperto insieme ad altre persone. In compagnia si può solo camminare, è invece possibile sedersi da soli su una panchina. Ancora: "Divieto delle attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo, divieto di manifestazioni pubbliche e private, divieto assoluto di assembramento, chiusura dei centri culturali e sociali e circoli ludico ricreativi". Oggi pomeriggio nuova riunione del governatore con il sindaco Marco Bucci.
In Campania mini-lockdown ad Arzano fino al 23 ottobre. Chiusi scuole, cimitero e negozi ad eccezione di quelli di generi di prima necessità. Sospesi manifestazioni ed eventi pubblici, il mercato settimanale, le attività sportive e dei centri anziani. Restrizioni anche a Napoli, municipalità 3,4 e 7 e a Ticciano di Vico Equense. In Puglia il sindaco di Bari, Antonio Decaro - che è anche presidente dell'Anci - ha messo subito in pratica i nuovi poteri previsti dal decreto e ha deciso una stretta sugli accessi nella città vecchia, dopo le 21, e ha già intensificato i controlli di polizia. In Calabria sono stati dichiarati zona rossa i Comuni di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), Torre di Ruggiero (Cz), Celico (Cs), Casali del Manco (Cs), Sinopoli (Reggio Calabria), Stefanaconi (Vibo Valentia), Oppido Mamertina (Reggio Calabria). Stessa decisione per due aree di accoglienza per migranti: la tendopoli nell’area industriale di San Ferdinando (Reggio Calabria) e il campo container di Rosarno.
In Sicilia come chiarito dal presidente Musumeci le chiusure riguardano 4 centri: Galati Mamertino, nel Messinese, fino al 20 ottobre; Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento (fino al 7 novembre); Mezzojuso (fino al 24 ottobre) in provincia di Palermo, dove fra l'altro sono risultati positivi tutti i carabinieri della caserma; Randazzo (fino al 26 ottobre) in provincia di Catania. Circolazione - con mezzi pubblici o privati - consentita solo per indifferibili esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, ma anche per l’acquisto o il consumo di generi alimentari e l’acquisto di beni di prima necessità (per una sola volta al giorno). Chiusi scuole e servizi per l'infanzia, musei e biblioteche. Sospesi eventi sportivi e manifestazioni culturali, ludiche e religiose (grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole ballo, sale giochi, discoteche, ecc.). Stop alle cerimonie civili e religiose - a eccezione dei funerali a cui potranno partecipare massimo 15 persone - e ai mercati. Infine in Sardegna da lunedì scorso a Paulilatino (Oristano) chiusi scuole, negozi, bar, ristoranti, circoli privati e addirittura distributori automatici. I residenti potranno uscire di casa solo per le urgenze e le esigenze primarie. Obbligo di mascherine ovunque e funerali con trenta persone al massimo. Anche se il primo cittadino preferisce la prudenza: "Meglio sarebbe 15".