Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Conte: "Lockdown? Possibili restrizioni delle Regioni"

Il premier sulle parole di Crisanti: "Non faccio previsioni per Natale"

Giuseppe Conte (Dire)

Roma, 14 ottobre 2020 - Resta un tema caldo, bollente, quello di un eventuale nuovo lockdown in Italia per arginare la risalita del Coronavirus. Una chiusura sotto Natale "è nell'ordine delle cose", ha detto oggi il virolgo Andrea Crisanti, quello che ha voluto in marzo i test sierologici a tappeto a Vo' Euganeo e ha così protetto, di fatto, il Veneto dalla prima ondata del Covid. "Io non faccio previsioni" per le feste, ha commentato in proposito il premier Giuseppe Conte nel punto stampa da Capri. "Io faccio previsioni in questo momento delle misure più adeguate idonee e sostenibili per prevenire un lockdown, ma è chiaro che molto dipenderà dal comportamento", ha aggiunto.

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Innegabile il trend al rialzo dei contagi, certificato anche dal bollettino di oggi. Il presidente del Consiglio ha escluso chiusure a livello nazionale, ma continua a lasciare aperta la porta a quelle locali, mettendo il pallino in mano ai governatori. "Lo schema è molto chiaro: continueremo ad aggiornarci costantemente con le Regioni", dice. "La formula vincente è collaborare, collaborare, collaborare", spiega. "Per la Campania come per le altre Regioni abbiamo predisposto la possibilità per i presidenti di introdurre misure restrittive non appena se ne presentasse la necessità, per quelle di allentamento occorre invece un'intesa con il ministro della Salute", ribadisce.

Conte in questi giorni ha sottolineato l'importanza di tenere aperte la scuole, allontanando l'ipotesi della didattica a distanza, anche per gli istituti superiori. Più cauta la posizione sui trasporti, dove non sono escluse nuove misure prima del prossimo Dpcm. Nella riunione di oggi tra la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli con le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, è emersa anche la possibilità di scaglionare ulteriormente gli ingressi a scuola e negli uffici pubblici, così da evitare rischiosi congestionamenti (e assembramenti).

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