Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI
Cronaca

Lo Stato laico non fa sconti sul codice civile

Il PM di Brescia ha chiesto l'assoluzione di un uomo accusato di maltrattare la moglie, motivando che è un prodotto della sua cultura. La Francia, come tutti i paesi democratici, deve accettare regole diverse, compresa la pena per chi le trasgredisce.

Giovanni

Serafini

Le banlieues integraliste di Parigi lo accoglierebbero a braccia aperte. Magari gli dedicherebbero un monumento. Un vero eroe, ai loro occhi, questo pubblico ministero di Brescia che ha chiesto di assolvere un uomo originario del Bangladesh accusato di aver trattato la moglie da schiava: non è colpa sua, ha motivato, ma della cultura di cui si è nutrito nel paese di origine. "Non lo ha fatto per umiliare la coniuge, né per affermare la sua supremazia, dal momento che il concetto di disparità fra uomo e donna è un prodotto della sua cultura", ha aggiunto. Raccontata oggi in Francia, nel momento in cui il ministro dell’Educazione nazionale Gabriel Attal ha proibito d’indossare nelle scuole la abaya, l’abito tradizionale dei paesi arabi che copre tutto il corpo tranne il viso e le mani, la vicenda bresciana lascia interdetti. Altro che “cultura” d’origine: qui le leggi dello Stato sono prioritarie rispetto a tutto, religioni, culture e tradizioni comprese. Non c’è Corano che tenga: tempio del laicismo, che è la punta di lancia della battaglia repubblicana iniziata con la Rivoluzione, la Francia non transige sui principî, che abbia a che fare con buddisti, induisti, animisti, islamici o cattolici. Magari qualche volta chiude un occhio, come accade per il chador, ufficialmente vietato nei luoghi pubblici: tollera che le ragazzine delle banlieues vadano a scuola con il velo in testa, a condizione che non lo facciano per ostentazione o provocazione.

La libertà di opinione e religione, sancita dalla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, non deve comunque contrastare gli articoli del Codice civile. E se in Pakistan, in Bangladesh e in altri paesi musulmani le tradizioni “culturali” consentono la pena di morte, la lapidazione, il taglio della mano, l’infibulazione, la poligamia e in generale il maltrattamento e la discriminazione nei confronti della donna, in Francia come in tutti i paesi democratici bisognerà accettare regole diverse, compresa la pena per chi le trasgredisce. Checché ne pensi il pm di Brescia.