Giovedì 21 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Lo sciopero dei trasporti. Salvini sfida i sindacati: scatta la precettazione. Ma Cgil e Uil tirano dritto. Cosa succederà venerdì 17?

Il ministro riduce da otto a quattro ore lo stop di venerdì. Landini e Bombardieri disertano l’incontro: "Atto politico gravissimo". Le due sigle confermano la protesta nelle modalità originarie.

Roma, 15 novembre 2023 – Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri non vanno neppure all’incontro convocato al ministero dei Trasporti: la decisione era già presa ed è di conferma dello sciopero generale di venerdì 17. La reazione di Matteo Salvini, di fronte al mantenimento dell’agitazione per tutta la giornata di lavoro, era anch’essa già definita: riduzione delle ore di blocco dei trasporti dalla 9 alle 13 e precettazione dei lavoratori del settore dei trasporti che si fermeranno anche nel pomeriggio.

Lo sciopero dei trasporti. Salvini sfida i sindacati: scatta la precettazione. Ma Cgil e Uil tirano dritto
Lo sciopero dei trasporti. Salvini sfida i sindacati: scatta la precettazione. Ma Cgil e Uil tirano dritto

"Un atto politico gravissimo – per il leader della Cgil – sul quale c’è un silenzio assordante di Meloni che potrebbe intervenire per fermare l’iniziativa come già accadde nel 2014".

Anche se, a gettare acqua sul fuoco, tocca a un altro big leghista, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: "I sindacati hanno la totale legittimità a scioperare, però dire che questo sia un governo che non ha a cura gli interessi dei lavoratori dipendenti, questa critica proprio no: l’unica parte espansiva della manovra è proprio questa".

Dunque, la contesa tra i leader della Cgil e della Uil e il governo, rappresentato soprattutto dal leader della Lega in questa partita, si chiude, per ora, all’insegna del muro contro muro. E oggi il braccio di ferro si trasferirà in Parlamento, con l’audizione della Garante degli scioperi Paola Bellocchi alle commissioni Lavoro e Trasporti della Camera: sarà l’occasione per spiegare il perché della bocciatura parziale della protesta, ma anche un’occasione per rilanciare la polemica tra la maggioranza e l’opposizione.

La giornata si apre, del resto, con l’ipoteca della decisione del giorno prima della Garante degli scioperi. Una decisione contro la quale si schierano i numeri uno di Cgil e Uil, pronti a andare avanti nella mobilitazione totale di venerdì. A tentare un’ultima azione di mediazione, a quel punto, è direttamente Salvini, con tutte le alee di un caso diventato anche motivo di scontro politico. Da qui la convocazione del tavolo di raffreddamento al ministero del Trasporti.

Ma è subito evidente che la mediazione è destinata a fallire: Landini e Bombardieri non si presentano e mandano due segretari confederali. Il che suscita l’irritazione della Lega che la manifesta con una raffica di dichiarazioni contro lo sgarbo di Landini. Salvini già in mattinata aveva assicurato l’intenzione di mettere in campo "tutto quello che la legge" permette "per consentire il diritto alla mobilità al lavoro, allo studio, alla salute, a 60 milioni di italiani. E se Landini si offende e mi offende, mi dispiace per lui".

In serata, il ministro del Trasporti fa sapere che è pronto alla precettazione: un’iniziativa che si concretizza qualche ora dopo con l’invio alle organizzazioni sindacali della lettera per la riduzione della mobilitazione da 8 a 4 ore, dalle 9 alle 13 di venerdì, con tanto di precettazione per chi sciopererà nel pomeriggio. Dalla protesta resta fuori il trasporto aereo, che le due sigle avevano già escluso dopo le osservazioni della Garante. Rimane invece l’astensione di 8 ore a livello nazionale per gli altri settori: pubblico impiego, sanità, scuola, università e ricerca, poste; 4 ore anche per i Vigili del fuoco. Con loro incroceranno le braccia le altre categorie delle regioni del Centro.

La decisione dei sindacati sullo sciopero dei trasporti è netta. Ma altrettanto netta è la reazione dei vertici di Cgil e Uil: la protesta è confermata nelle sue modalità originarie. Dunque, per tutta la giornata. Non basta. I sindacati contrattaccano. "Non c’è alcuna ragione oggettiva né di urgenza che motiva" la precettazione, sostiene Landini: è "un esplicito attacco al diritto di sciopero". E, per lui, mettere in discussione questo diritto "significa mettere in discussione la democrazia, e se necessario, se non arriveranno risultati, noi andremo avanti".

Sulla stessa linea Bombardieri: "Noi andiamo avanti, sul diritto allo sciopero non siamo disponibili a farci intimorire da nessuno", dice sostenendo che quelli di Salvini sono "attacchi fuori luogo".