GIUGLIANO (Napoli)
Sembra inarrestabile il virus della violenza che contagia i giovanissimi. Una aggressività inspiegabile e imprevedibile che lascia allibiti e desta allarme crescente. Due episodi in poche ore, a Giugliano e Napoli, protagonisti giovanissimi che colpiscono senza apparente motivo. Nel primo caso, è un bambino di soli 10 anni l’autore di un’aggressione con arma da taglio ai danni di un 13enne. Il secondo, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, coinvolge una ragazza di 15 anni che ha accoltellato un 19enne al culmine di una conversazione apparentemente scherzosa.
Scenario del primo assalto all’arma bianca è un campetto di calcio nel parco giochi di piazza Gramsci a Giugliano, brulicante centro a nord di Napoli con oltre 120mila abitanti. Qui domenica alle 19:45 un 13enne sta giocando con un gruppetto di amici, qualche tiro in porta prima di far ritorno a casa per seguire in tv l’Italia di mister Spalletti. Si avvicina un bambino di 10 anni e gli chiede il pallone. È probabile che quella sfera fosse sua, o che la pretendesse perché era arrivato il suo turno per giocarci. Di certo ne nasce una discussione, come banalmente avviene quando qualcuno vuole accaparrarsi lo strumento di gioco che l’altro non intende mollare. Solo che, stavolta, l’insignificante diverbio si tinge di nero. Il bambino di 10 anni, irritato dal ‘torello’ inscenato dagli altri adolescenti, estrae un coltellino dalla tasca e pugnala il 13enne alla coscia sinistra. Poi scappa via. La sorpresa sul campetto di piazza Gramsci è enorme, nessuno immaginava che il litigio finisse nel sangue. I compagni tamponano alla meglio la ferita, poi lo portano dai familiari che vanno dritti al pronto soccorso del San Giuliano di Giugliano, dove i medici gli suturano la ferita con un solo punto. Nonostante lo choc, il ragazzo, che proprio ieri festeggiava il suo tredicesimo compleanno, è dimesso in buone condizioni.
I carabinieri della compagnia di Giugliano raccolgono testimonianze utili a ricostruire i fatti, mentre i genitori del 13enne presentano denuncia. Si cerca di capire perché il ragazzino (figlio di genitori che hanno avuto qualche problema con la giustizia per spaccio) avesse una lama in tasca. "Dobbiamo porci questa domanda, con serietà: ragazzi, cosa vi succede? E ai genitori di questo bambino, che non conosco, chiedo: come è stato educato?", commenta il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello. Anche i residenti della zona e don Angelo Parisi, decano dei parroci di Giugliano e Qualiano, lanciano l’allarme: "Troppi ragazzi senza controllo, territori abbandonati".
n. f.