Giovedì 31 Ottobre 2024
Alessandro D’Amato
Esteri

L’italiano sopravvissuto a Valencia: "Una notte sul terrapieno. Intorno solo acqua e morti"

Il racconto del fotografo Manzi: ero al supermercato, fuori ho visto l’inferno. "C’erano auto rovesciate, piante divelte, vetrine rotte. E cadaveri nei garage"

Valencia, 2 novembre 2024 – Paolo Manzi è un fotografo naturalista che vive per quattro mesi l’anno a Casinos, nella comunità autonoma di Valencia. E si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, ovvero in un centro commerciale durante l’alluvione: "A un certo punto è saltata la luce ed è arrivato un alert. Siamo stati mandati via da lì e siamo tornati tutti al parcheggio, dove anche io avevo l’auto. Ho provato ad andare verso l’autostrada, ma era già allagata perché il fiume scorre tra le due carreggiate. Sono tornato indietro e sono salito su un’aiuola più elevata. E sono rimasto lì con gli altri tutta la notte".

Paolo Manzi, fotografo naturalista
Paolo Manzi, fotografo naturalista

E al mattino?

"Per fortuna non pioveva più. Io e gli altri ragazzi che erano con me abbiamo deciso di tornare al centro commerciale, anche per cercare da mangiare e da bere. Ci siamo trovati di fronte una scena devastante. Auto rovesciate, piante divelte, vetrine rotte, oggetti sparsi dappertutto. Abbiamo trovato delle fustelle di bottiglie ancora integre e siamo tornati all’aiuola. Poi sono arrivate delle auto. Pensavamo che la situazione si fosse sbloccata".

E invece?

"E, invece, sono scesi dei personaggi loschi che hanno cominciato a rubare di tutto. Ho pensato che si sarebbero rubati anche l’asfalto perché li ho visti rompere i vetri delle auto per depredarle e portare via anche cartoni del latte sporchi di fango. Poi, visto che la polizia non arrivava, ho preso l’auto e ho girato per altre due ore alla ricerca di un passaggio. C’era tanta gente che tornava a piedi tra macchine ribaltate. Dopo vari tentativi ho trovato un ponte e sono riuscito a tornare a casa".

Ora com’è la situazione?

"Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) sono uscito per andare verso l’interno, dove ha piovuto molto ma i danni sono stati relativi, giusto qualche smottamento. Invece Valencia non si può ancora raggiungere e rimandano indietro anche i volontari con le pale".

Ci sono 366mila persone attualmente senza acqua potabile. Lei ce l’ha?

"Sì, qui ho acqua, luce e gas. Purtroppo però molti sono andati a comprare tutto quello che c’era nei supermercati e oggi non c’è quasi più nulla. Ho visitato anche i capanni che usiamo per fotografare gli animali: sono rimasti in piedi a parte quelli della zona delle risaie vicino al mare. Lì è tutto sott’acqua".

In Spagna c’è una polemica sugli alert arrivati in ritardo e sul governatore della Generalitat Valenciana, Carlos Mazòn, che avrebbe sottovalutato gli allarmi.

"Io gli alert li ho ricevuti, ma sono arrivati quando avevo già l’acqua alle ginocchia. Da quel che so io e che si sente in giro la grande polemica riguarda l’avvertimento delle 7,30 del centro meteorologico nazionale, dove erano già specificati i punti delle piogge eccezionali e dei tornado. La Comunità valenciana li ha ignorati. E questo è grave. Tanti ragazzi sono morti per salvare le loro automobili, un’abitudine di queste parti: quando piove si spostano le vetture dalle parti basse a quelle alte dei paesi perché a volte i tombini nemmeno ci sono, quindi basta un temporale per avere un fiume in strada. Sono morti annegati. Nove persone sono state trovate morte in un garage di un condominio. Questi decessi sono sulla coscienza dei governanti della provincia".

I soccorsi e la polizia hanno fatto il loro dovere?

"Chi li ha visti? Io no. Durante la notte al centro commerciale è passato un elicottero, abbiamo provato a richiamarlo con gli abbaglianti e nemmeno si è fermato. Ho incontrato solo la Guardia Civil che presidiava i ponti chiusi. E basta".