di Giulia Prosperetti
"Se arriviamo a 100mila like facciamo 50 ore in una Lamborghini Urus!". A parlare, in un video registrato lo scorso agosto, è Matteo Di Pietro, youtuber ventenne del collettivo romano ‘TheBorderline’ che mercoledì pomeriggio in zona di Casal Palocco, a Roma, proprio con quel Suv di lusso è andato a schiantarsi contro la Smart Forfour bianca su cui viaggiava la 28enne Elena Uccello con i suoi due bambini, Aurora, 4 anni appena compiuti, e Manuel Proietti, 5, per il quale il violento impatto che ha ridotto la vettura a un groviglio di lamiere è stato fatale. Il contatore dei ‘like’, sotto alla ‘challenge’ in cui lo youtuber e i suoi amici trascorrevano 50 ore a bordo di una Tesla Model 3 Long Range senza mai poter scendere dalla macchina, è rimasto fermo a 98.396 ma, a obiettivo quasi raggiunto, il video promesso, nel frattempo, avevano iniziato a girarlo comunque.
Per Di Pietro, risultato positivo ai cannabinoidi ma negativo all’alcol test, la procura di Roma contesta ora le accuse di omicidio stradale aggravato e lesioni. Ma la dinamica dell’incidente è ancora tutta da chiarire e si indaga per capire se le riprese della video-challenge abbiano distratto il guidatore. Quando sono arrivati i soccorsi Manuel era già in arresto cardiaco e vana è stata la corsa all’ospedale Grassi di Ostia. Mamma e figlia sono state portate d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio e non hanno riportato gravi lesioni. Aurora, poi trasferita per precauzione all’Ospedale Bambino Gesù, è stata dimessa la stessa notte. La madre, ancora sotto choc, è tornata a casa nella mattinata di ieri. Elena era andata a prendere Manuel alla festa di fine anno della scuola, a 50 metri dal luogo dell’incidente e "quando stavano ormai per svoltare verso via Archelao di Mileto – racconta Pierpaolo, lo zio dei bambini – quel suv è arrivato come un treno. Pesantissimo, com’è appunto un Urus Lamborghini, ha centrato la Smart Forfour di Elena, trascinandola fino al punto in cui oggi ci sono i fiori e i rilievi fatti sull’asfalto dai vigili. Non c’è un segno di frenata, gli unici sono quelli lasciati dalla Smart, spinta in avanti in obliquo. Manuel era proprio da quel lato. La cosa assurda è che io sono passato pochi minuti dopo, stavo andando a un appuntamento di lavoro, ma c’era tantissima gente e ho proseguito dritto".
Accorso sul luogo dell’incidente, il papà di Manuel, Marco Proietti ha scaricato rabbia e dolore sullo youtuber alla guida del Suv. Un tentativo di farsi giustizia da solo che è stato bloccato dalle forze dell’ordine e dai presenti. Al vaglio è anche la posizione degli altri occupanti del suv, al momento non indagati. "Dopo l’incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi, gli ha urlato ‘Ma che c…fate’ e ha discusso con i ragazzi. Continuavano a filmare e il bimbo era morto" ha raccontato Alessandro Milano, amico della famiglia del piccolo Manuel Proietti, parlando degli youtuber. In un video che da due giorni gira di chat in chat si vede un ragazzo di spalle, in primo piano, con la t shirt di The Borderline che, davanti alle macchine accartocciate riprende la scena con un cellulare in mano.
Gli abitanti della zona raccontano che quell’auto girava da martedì. A fornire la Lamborghini Urus blu metallizzato al gruppo di ventenni è stata la concessionaria di auto di lusso Skylimit. Sul loro sito campeggia in primo piano il video di un’altra sfida realizzata dai The Borderline. In quel caso l’ultimo che toglieva la mano da una Lamborghini viola vinceva mille euro. Una prova di resistenza senza rischi che testimonia un rapporto di lunga data con gli youtuber il cui guadagno deriva in gran parte dalle sponsorizzazioni. "No comment. Non voglio rispondere" dice al telefono l’amministratore unico della Skylimit, Gabriele Morabito. "Il trauma che sto provando è indescrivibile" ha scritto sui social Vito Loiacono.