Domenica 22 Dicembre 2024
ANDREA GIANNI
Politica

Perché Daniela Santanché è indagata (e non ha ricevuto avvisi di garanzia)

Le accuse: bancarotta e falso in bilancio. Le indagini sono partite dalla Visibili. Sotto la lente una serie di operazioni contabili

Il caso Santanchè: la ministra si difende in Aula. "Nessun avviso di garanzia". Ma la Procura: è indagata (Ansa)

Milano, 6 luglio 2023 – Daniela Santanché è indagata almeno da inizio novembre nell’inchiesta con al centro le accuse di bancarotta e falso in bilancio per la vicenda Visibilia, gruppo editoriale fondato a Milano nel 1999, nel quale la ministra è rimasta fino al 2022. Un’iscrizione che all’epoca fu secretata: una facoltà consentita dall’articolo 335 comma 3 bis del Codice di procedura penale nei casi in cui "sussistono specifiche esigenze d’indagine" per un limite massimo di tre mesi, non rinnovabili. Per questo già da febbraio un normale controllo da parte dei legali al registro delle notizie di reato avrebbe fatto emergere l’indagine a carico dell’esponente di Fratelli d’Italia. Santanché, come lei stessa ha affermato in aula, non ha ricevuto un avviso di garanzia perché finora non sono stati svolti atti investigativi che richiedono anche la presenza della difesa.

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Il caso Santanchè: la ministra si difende in Aula. "Nessun avviso di garanzia". Ma la Procura: è indagata (Ansa)
Il caso Santanchè: la ministra si difende in Aula. "Nessun avviso di garanzia". Ma la Procura: è indagata (Ansa)

Le indagini coordinate dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio e dai pm Roberto Fontana (ora al Csm) e Maria Gravina sono partite dagli accertamenti sulle anomalie contabili della galassia Visibilia. Visibilia Editore e Visibilia Holding hanno saldato i propri debiti, e la Procura ha revocato l’istanza di fallimento. La posizione di Visibilia Concessionaria resta invece aperta davanti al fallimentare. Per Visibilia Srl, in liquidazione, è stata invece proposta una transazione con il Fisco da 1,2 milioni di euro spalmati in dieci anni. La chiusura degli accordi con l’Agenzia delle Entrate potrebbe far cadere l’accusa di bancarotta, mentre il ‘filone’ sul falso in bilancio potrebbe essere coltivato dalla Procura, intenzionata a chiudere le indagini dopo l’estate in vista di una eventuale richiesta di processo. È aperta anche un’altra indagine per aggiotaggio, in questo caso a carico di ignoti, sul fondo di investimento Negma, con base negli Emirati e alle British Virgin Islands, che ha finanziato, attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario convertibile, Visibilia Editore. Il pm Paolo Filippini già lo scorso gennaio ha acceso un faro per fare luce sulla regolarità o meno delle operazioni concluse con una ventina di società italiane in difficoltà. Operazioni che alla fine sono state fonti di guadagno per chi ha finanziato e di perdite per gli azionisti.

Inoltre, gli investigatori della Gdf puntano a individuare chi effettivamente abbia mosso e muova ancora i fili di questa società di investimento. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Visibilia Editore nel 2017 ha sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile per 3 milioni con un altro fondo degli Emirati, Bracknor Ltd. Prestito ceduto, poi, due anni dopo a Negma Group Ltd che a sua volta, nel 2021, ha siglato un secondo prestito con la società fondata da Santanchè per altri 2 milioni. Tale operazione, per i soci di minoranza, è stata "logicamente ed economicamente incomprensibile", poiché Negma vendendo subito le azioni fece crollare il titolo Visibilia in una "caduta verticale", come riporta una consulenza della Procura. Il terzo filone riguarda Ki Group srl, società in cui la ministra aveva una partecipazione e che fino all’anno scorso era guidata dal suo ex fidanzato Canio Mazzaro. Sulla società operativa nel settore del bio, anch’essa finita nei “tentacoli“ Negma, è stato aperto un fascicolo al momento senza indagati che si intreccia con gli altri due, tutti legati dallo stesso fil rouge, Daniela Santanché.