Lunedì 1 Luglio 2024

Liliana Segre e l’inchiesta sui giovani di Fratelli d’Italia: “Mi cacceranno ancora dal mio Paese?”

La senatrice a vita ha parlato del servizio di Fanpage in cui sono emersi antisemitismo, razzismo e apologia del fascismo: “Non ci si vergogna più di nulla”

Liliana Segre sull'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d'Italia: "Dovrò essere cacciata ancora dal mio paese?"

Liliana Segre sull'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d'Italia: "Dovrò essere cacciata ancora dal mio paese?"

“Credo che queste derive, chiamiamole derive, che sono venute fuori in quest'ultima settimana così in modo eclatante ci siano sempre state, nascoste, non esibite, ma che in parte ci siano sempre state, e che con questo governo si approfitti di questo potere grande della destra, che del resto è stata votata non è che è rivoluzionaria, non ci si vergogna più di nulla”. Così Liliana Segre a In Onda su La7 ha commentato l’inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia. “Ho seguito nelle varie trasmissioni questa seduta chiamiamola così inneggiante anche a sieg heil, a questi moti nazisti che purtroppo io ricordo in modo diretto dire”. Poi la domanda retorica provocatoria: “Ora, alla mia età, dovrò rivedere ancora questo dovrò essere cacciata dal mio paese come sono già stata una volta?”, ha detto la senatrice a vita.  

L’inchiesta di Fanpage e la posizione di Meloni

I giovani di Fratelli d’Italia sono finiti nella bufera dopo che alcuni giornalisti di Fanpage si sono infiltrati tra le loro fila facendo emergere terribili comportamenti: antisemitismo, razzismo e apologia del fascismo su tutti. 

Il servizio ha scatenato un terremoto all’interno della "meglio gioventù" meloniana con una raffica di dimissioni. In primis quelle di Flaminia Pace, presidente di Gioventù nazionale Pinciano. La presidente del Consiglio, interrogata sulla questione, ha prima condannato queste tendenze dei suoi giovani: “Chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici, semplicemente abbia sbagliato la propria casa”. Questi sono sentimenti “incompatibili con Fratelli d’Italia, con la destra italiana e con la linea politica che noi abbiamo chiaramente definito in questi anni: e su questo io non accetto che ci siano ambiguità”. Poi la doverosa precisazione: “ovviamente non potevo esserne a conoscenza”.

Dopo la condanna, Meloni si è buttata al contrattacco chiamando in causa addirittura il Capo dello Stato per un metodo giornalistico che ha definito "da regime", frase che ha fatto alzare un coro unanime di condanna dalle opposizioni. Meloni però non ha affatto digerito i metodi dell’inchiesta. E, soprattutto, ha fatto chiaramente capire di sentirsi nel mirino di una stampa ostile: “Perché nessuno in 75 anni di Repubblica ha ritenuto di infiltrarsi in un partito politico e riprenderne segretamente le riunioni? È consentito da oggi? Lo chiedo a lei (al cronista di Fanpage che gli stava davanti, ndr), ai partiti politici, al presidente della Repubblica", ha detto.

La premier ha poi attaccato chi "chiede lo scioglimento di un’intera organizzazione giovanile sulla base di fatti che riguardano alcune persone", domandandosi, "se la stessa inchiesta si facesse in tutte le organizzazioni giovanili dei partiti politici, noi non sappiamo che cosa potrebbe uscire. Non lo sapremo perché, nella storia della Repubblica italiana, non è mai accaduto quello che Fanpage ha fatto con Fratelli d’Italia, con nessun partito politico, con nessuna organizzazione giovanile, con nessuna organizzazione sindacale".