Venerdì 3 Gennaio 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Liliana Resinovich, il giallo di Trieste dall’inizio: la scomparsa, il ritrovamento, le indagini e le cose che (ancora) non sappiamo

Il mistero di Lilly raccontato sulle carte dell’inchiesta aperta a dicembre 2021 per sequestro di persona, oggi indagine per omicidio. Fascicolo senza indagati a pochi giorni dal deposito della perizia medico-legale di Cristina Cattaneo, attesa come la soluzione del rebus

Trieste, 31 dicembre 2024 - Un cadavere ‘dormiente’, le mani che afferrano la cerniera del giubbotto: appare così Liliana Resinovich nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste al medico legale Fulvio Costantinides, allertato da una telefonata della polizia alle 17.17 del 5 gennaio 2022, è già buio e tutto è difficile da decifrare. La scomparsa della donna era stata denunciata dal marito Sebastiano Visintin la sera del 14 dicembre.

Il 15 gennaio è attesa la perizia medico legale su Liliana Resinovich, trovata morta il 5 gennaio 2022 in un parco della sua Trieste
Il 15 gennaio è attesa la perizia medico legale su Liliana Resinovich, trovata morta il 5 gennaio 2022 in un parco della sua Trieste

Difficile da decifrare il mistero di quel corpo minuto - 50 chili per 1 metro e 56 d’altezza - trovato “in zona impervia a vegetazione di basso e medio fusto... apparentemente di sesso femminile e che verosimilmente era appartenuto in vita a Liliana Resinovich”. Queste sono le prime annotazioni di Costantinides.

Il mistero di Lilly - dopo tre anni e nessun indagato, ancora non si può dire ufficialmente se sia stato omicidio o suicidio -, è segnato fin dall’inizio da questo registro: ciò che appare, ciò che sembra, ciò che potrebbe essere ma non è detto che sia davvero. Un enigma all’apparenza indecifrabile.

Il Fascicolo 005545 viene aperto il 22 dicembre 2021 per sequestro di persona; dal giugno 2023 - quando il gip si oppone alla richiesta di archiviazione della procura - diventa un’indagine per omicidio. Riuscirà la perizia medico legale di Cristina Cattaneo - slittata di un mese, attesa per il 15 gennaio - a mettere la parola fine? A consegnare la versione definitiva a una storia trasformata in copertina televisiva, al centro della narrazione (mediatica) i rapporti tra Lilly e il marito, tra Lilly e l’amico speciale Claudio Sterpin.

La storia di Liliana Resinovich per punti

La scomparsa di Liliana Resinovich

Liliana Resinovich, 63 anni, pensionata della Regione Friuli Venezia Giulia, scompare la mattina di martedì 14 dicembre 2021. Il marito Sebastiano Visintin racconta di essere uscito prima di lei da casa, un appartamento al piano terra in un condominio di via Verrocchio 2, nel quartiere San Giovanni di Trieste.

Alle 8.41 le telecamere della scuola di polizia di via Damiano Chiesa riprendono Liliana Resinovich che cammina a passo spedito con i sacchi della spazzatura da buttare. Giubbotto e pantaloni scuri, una borsa a tracolla che le cade sul fianco sinistro. Poco dopo, ecco inquadrata l’amica e vicina di casa Gabriella, abita nello stesso palazzo, al numero 4, è uscita per una passeggiata. Ma le due donne non si incontreranno. Iva, la fruttivendola di via San Cilino, che conosceva bene Liliana come cliente, racconterà alla polizia di averla vista passare davanti alla sua vetrina - non dall’altro lato della strada, come invece è scritto negli atti -, prima delle 9. E proprio perché era così vicina, la testimone ha sempre ripetuto di ricordare bene lo sguardo preoccupato della donna, rivolto a terra.

Il ritrovamento di Liliana Resinovich

La scena successiva di questo giallo ci porta nel boschetto, ma nel frattempo sono passati venti giorni. Ecco la descrizione del medico legale il 5 gennaio 2022: “Cadavere in posizione simil fetale, con cosce e gambe flesse di circa 90° (...). Si poteva notare come capo e regioni superiori del torace fossero contenute in un sacco integro ed esternamente pulito, in plastica, di colore nero (tipo spazzatura) e come un sacco analogo, pure pulito ed integro all’esterno, contenesse buona parte dell’addome e gli arti inferiori. (...) Scarsa era la presenza di acqua piovana fra le pliche esterne dei sacchi (...). Il cadavere era rivestito di giubbotto imbottito di colore grigio (con cerniera della tasca anteriore destra aperta; di felpa di colore esterno rosso vino; di body, pantaloni (...) calzature tipo scarponcino e con suola tipo carro armato”. I sacchi si riveleranno grigi, il body si capirà poi che è una canottiera.

La borsa, la mascherina, le chiavi: gli oggetti di Lilly

Nella borsa a tracolla vengono ritrovati mascherina, fazzoletti di carta, una bottiglietta, occhiali colorati - gli stessi che Lilly indossava in una foto dal sorriso raggiante, nel giorno del suo matrimonio, nel 2005 - e un mazzo di tre chiavi, tenute insieme da uno spago. Nessun documento. Nessun cellulare. Niente portafoglio o soldi. Sarà tutto ritrovato a casa, come la fede nuziale. Quando spostano il cadavere, gli investigatori si accorgono che “il sottostante tappeto vegetale (foglie di edera) non presentava per quanto visibile alterazioni o altro di macroscopica evidenza”. Osservazione che molto tempo dopo ripeteranno i consulenti del fratello Sergio, per dimostrare che il corpo non poteva essere rimasto lì per venti giorni. Sotto la suola della scarpa sinistra una foglia, un’altra sarà trovata nel sacco che copre le gambe. È buio e il medico legale usa spesso il verbo ‘sembra, sembrano’ per ciò che vede. Ad esempio quando descrive il capo e il volto della donna, “a loro volta nascosti (e non visibili) per la presenza di quelli che sembravano essere due sottili ed integri sacchetti in plastica un po’ opaca, e con scritte di colore verde, come da verdura, chiusi a livello del collo, con cordino legato, ma non molto stretto”. Le formiche, ad esempio su una mano, verranno invece rilevate grazie alla documentazione fotografica dall’avvocato che assiste il fratello di Lilly, all’inizio nelle carte non se ne fa menzione.

L’orologio rosa e il polso giusto

Al polso la vittima porta un orologio rosa fermo alle 9.17 (o 21.17). Su questo dettaglio si aprirà una polemica. Perché in un primo momento il medico legale scrive “polso sinistro”, e poi con una nota rettifica, “destro”. “Viene spontaneo chiedersi il come, il quando e il perché di un errore così importante, commesso sia in fase di redazione del verbale di sopralluogo medico-legale che di lettura delle immagini Tac”, obietta Gabriella Marano, la criminologa nel pool di professionisti messi in campo da Sergio Resinovich, da sempre convinto che la sorella sia stata uccisa.

Quando è morta Liliana Resinovich

Questo è il vero rebus della storia. Liliana Resinovich è morta quando è sparita o 48-62 ore prima di essere trovata cadavere, come concludono i consulenti della procura? Come devono essere interpretati gli elementi in apparenza discordanti dell’inchiesta? Eccoli:

  • abiti e sacchi puliti (i vestiti sono gli stessi indossati nel giorno della scomparsa)
  • gambe e ascelle depilate
  • tracce di 8-idrossi-chinolina nel sangue, che viene rapidamente eliminata dopo il contatto
  • assenza di gas putrefattivi
  • caffè e dolce con uvetta consumati 3-4 ore prima della morte, “il soggetto ha assunto nei momenti precedenti il decesso degli alimenti a base di caffè (verosimilmente una colazione con caffè e un prodotto con uvetta) - c’è scritto nella relazione del tossicologo -. E’ anche probabile che assumesse qualche vitaminico. S’ipotizza anche l’assunzione pregressa di un’aspirina o di una comune tachipirina”.

Anche se poi si fa notare: “Ciò indica solo una recente assunzione di tale cibo, ma non si può certo affermare a quando esso potrebbe risalire”. Com’è possibile, si chiedono i consulenti - e quella stessa domanda se la fa chiunque - che quel corpo così ben conservato sia rimasto per 20 giorni nel boschetto? “Non vi sono allo stato elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere”, è la conclusione del medico legale.

Come è morta Liliana Resinovich?

Ed è in attesa di risposta ufficiale anche la domanda centrale del giallo: Liliana Resinovich si è suicidata o è stata uccisa? Nessun segno di difesa, segni invece evidenti di asfissia, sono le parole dei consulenti della procura. Che scrivono: “Si è portati a ritenere invero più plausibile un decesso conseguente verosimilmente a confinamento da sacchetto di plastica, cosiddetto plastic bug soffocation”.

La terza via sulla morte di Lilly

Eppure Raffaele Barisani, medico legale consulente di Visintin, insinua dei dubbi. Mette in fila i segni sul volto - ad esempio le tracce di sangue nella narice destra, la palpebra superiore destra tumefatta - e avanza l’ipotesi che la causa non sia “accidentale” ma dovuta a “lesioni inferte da terzi”. E, prendendo in considerazione la morte in data 14 dicembre, rimette in pista l’ipotesi del congelamento del corpo - definita “plausibile” -, esclusa invece dai consulenti della procura.

Ad agire, scrive, potrebbe essere stato “uno solo o, probabilmente, più persone”. Anche se poi conclude con la terza via - quella avanzata fin dall’inizio anche dall’amico di Lilly, Fulvio Covalero: “Va però anche considerato che per le cause di morte non è stato individuato, a nostro parere correttamente, alcun tipo di alterazione letifera provocata da mano altrui. Ciò detto resta in piedi, a parere dello scrivente, solo un’ipotesi alternativa, per noi logica e valida. La vittima veniva a morte a causa di un malore (ad esempio morte improvvisa da aritmia o da riflesso vagale), insorto a seguito di un diverbio, con colluttazione, con altre imprecisate persone; a ciò seguiva, per motivi che non siamo in grado di precisare, il confezionamento della scena riscontrata”. Colpisce che nelle carte dell’inchiesta, fin dall’inizio, sono già messi in fila, magari con annotazioni di poche righe, gli elementi che hanno poi dato origine a lunghi dibattiti, sui giornali e in tv.

Chi era davvero Liliana Resinovich 

Ma chi era davvero Liliana Resinovich? Scrive ancora Marano, che ha curato l’autopsia psicologica della vittima: “Il medico di famiglia che l’aveva in cura l’ha definita più volte una tranquillona, ovvero una donna serena e pacata, indenne da turbamenti e squilibri, ed ha escluso che fosse scompensata da un punto di vista emotivo, tant’è che non ha mai dovuto prescriverle farmaci/psicofarmaci”. Dunque, è l’assunto, non può essersi tolta la vita. Ma se il suicidio risulta insensato, soprattutto per chi la conosceva bene, fino a questo momento non sono state nemmeno trovate le prove certe che Lilly sia stata uccisa.