Venerdì 22 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Liliana Resinovich: l'ultimo viaggio nelle carte della procura. Le ore prima di morire

Trieste: le immagini delle telecamere, i testimoni, le analisi: ecco le motivazioni della richiesta di archiviazione. Resta un Dna maschile (ignoto) sul cordino che legava i sacchetti di plastica

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Trieste, 26 febbraio 2023 - L’ultimo viaggio di Liliana Resinovich è quello di una donna che la mattina del 14 dicembre esce di casa decisa a suicidarsi. E lascia nell’appartamento di via Verrocchio a Trieste - dove viveva con il marito Sebastiano Visintin - la fede nuziale, i due telefoni, il portafoglio, i documenti, il green pass. Ma anche una casa in ordine, stende i panni e butta la spazzatura, gesti che raccontano molto di questa donna mite, educata, precisa, con qualche guizzo, svelato anche da quella ciocca di capelli chiari sulla fronte.

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Liliana Resinovich per la procura si è suicidata
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Perché la Procura chiede l'archiviazione: le motivazioni

Così  la fotografa la procura di Trieste nelle 9 pagine di motivazioni con cui il 21 febbraio ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta. Il fascicolo era stato aperto contro ignoti per sequestro di persona il 22 dicembre 2021. In queste pagine sono elencati orari, fatti, persone che Lilly - scomparsa di casa la mattina del 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 - incrociò quella mattina, nei due chilometri scarsi tra il suo appartamento di via Verrocchio  e il bosco dell’ex ospedale psichiatrico. Un parco immenso, a pochi minuti dal Carso.

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Il Dna maschile ignoto

Lilly venne trovata rannicchiata in due sacchi neri da spazzatura, la testa avvolta in buste di plastica, di quelle che si usano per la spesa, chiuse da un cordino non troppo stretto. E su quel cordino, scrive la pm, si rilevava la presenza di "un profilo misto parziale ad almeno due contributori, dei quali per lo meno uno di sesso maschile":  tale profilo maschile risultava certamente non riconducibile né a Visintin né a Sterpin né a Nasti, mentre l’altro profilo era riconducibile "unicamente alla vittima". Quindi erano usciti di scena il marito, l’amico, il vicino di casa. Ma allora chi è l’ignoto che ha lasciato traccia sul cordino? Resta un mistero che può cambiare le carte in tavola o invece la spiegazione è banale? 

"Non ci sono tracce di violenza"

La procura mette in fila alcuni punti fermi dell’inchiesta, che ha spaziato dalle analisi tossicologiche - esclusa la presenza di droghe -, a quelle botaniche o informatiche, ai movimenti sui conti correnti. Ma non si è trascurato neppure di verificare il consumo orario di energia elettrica nel laboratorio usato da Visintin per fare l’arrotino e garantirsi così qualche entrata extra.

"Trovata con gli abiti che indossava la mattina della scomparsa"

La pm scrive che Lilly è stata trovata con gli abiti che aveva quando è uscita di casa, come documentano le immagini delle telecamere, quelle di sicurezza "installate sui muri della scuola allievi agenti di polizia di via Damiano Chiesa" e  quelle presenti sull’autobus della linea 6 di Trieste Trasporti. Eccola Lilly inquadrata, si dirige verso i bidoni della spazzatura e poi imbocca via San Cilino, dove la fruttivendola Iva la vedrà passare tra le 8.15 e le 9 del 14 dicembre.

"Il cadavere non è stato congelato": resta il mistero sulla data della morte

I consulenti hanno escluso in modo categorico che il cadavere di Liliana Resinovich sia stato congelato. Anche se l'inchiesta non scioglie il mistero sulla data della morte, che l'autopsia - scompenso cardiaco acuto, morte asfittica tipo spazio confinato, plastic bag soffocation - colloca 48-60 ore prima del ritrovamento. Ma se è così, si chiede anche il fratello Sergio - che non crede al suicidio - dove è stata per tutti quei giorni?

Quella frase sul suicidio e una settimana di black out nei messaggi con Sterpin

La pm ricorda poi: un amico di Lilly aveva riferito di aver saputo da Sterpin (che poi aveva ridimensionato il fatto come una battuta) "che Resinovich aveva ventilato l'ipotesi di suicidarsi con i medicinali del marito".  Visintin aveva dichiarato non era più lei dopo la morte della madre. Ancora: Lilly, "pur avendo concordato con Sterpin di lasciare il marito, di trascorrere il fine settimana insieme e forse anche di trasferirsi a casa sua", nella settimana precedente la scomparsa di fatto non lo chiama e non gli scrive mai. Condotta "piuttosto anomala - è l'osservazione - per una persona che sta programmando di iniziare una nuova vita". Quella di Lilly è stata sicuramente scandagliata. Da chi ha indagato e anche da chi ha solo 'curiosato'. In molti non credono al suicidio. Tra meno di un mese, deciderà il gip.