Trieste, 24 luglio 2023 - Caso Resinovich: quelle lesioni misteriose sul corpo devono essere indagate con una nuova consulenza medico legale. Si apre così un altro capitolo nel giallo di Trieste.
Le richieste del gip
Il gip, a giugno, lo aveva chiesto come primo punto di 25 nel respingere la richiesta di archiviazione della Procura. Che ora - scrive il Piccolo di Trieste - ha affidato l’incarico a Cristina Cattaneo, antropologa forense che si è già occupata di grandi gialli, da Yara Gambirasio a David Rossi. Altro nome noto, il generale ex Ris Luciano Garofalo, nominato consulente da Sergio Resinovich, fratello di Lilly.
Il cadavere di Liliana Resinovich sarà riesumato?
“Previa verifica sull’utilità di una riesumazione del cadavere”, aveva anche precisato il giudice Luigi Dainotti. Quindi torna quell’ipotesi, evocata fin dall’inizio anche dal fratello Sergio che non ha mai creduto al suicidio.
Lilly e quelle lesioni misteriose
L’indagine dovrà dunque concentrarsi sulle lesioni riscontrate. Capirne origine, data, mezzo che le ha provocate. Tutti interrogativi fondamentali per risolvere l’enigma: Lilly si è suicidata o piuttosto è stata uccisa? L’ipotesi: che quei segni siano stati prodotti da un “corpo contudente”.
L’opposizione all’archiaviazione del fratello Sergio
Il capitolo dei segni riscontrati sul cadavere occupa una parte importante delle 143 pagine di opposizione firmate dall’avvocato Nicodemo Gentile di Penelope, in campo per Sergio Resinovich. Scrive il legale: “Il cadavere di Liliana Resinovich presentava una lesività diffusa soprattutto al volto, al capo, e al dorso delle dita della mano destra (...). Si tratta dunque di lesioni vitali, prodotte in epoca coeva al decesso. Quanto alla tipologia, esse risultano riconducibili ad escoriazioni ed ecchimosi”.
Lesività che, sostiene l’avvocato, “non possono non essere valutate ai fini della ricostruzione della vicenda e nell’individuazione delle cause per le quali Liliana Resinovich è stata rinvenuta cadavere in posizione semi dormiente con la testa dentro a due buste di plastica fissate al collo da un cordino lasso annodato a mo’ di fiocco e, a sua volta, contenuta in due sacchi neri della spazzatura”. Le lesioni, è la convinzione di Gentile, “non hanno nulla a che vedere con la presenza sul capo della donna dei sacchetti di plastica“.
La scomparsa
Liliana Resinovich, 63 anni, era scomparsa di casa, dal suo appartamento nel quartiere San Giovanni a Trieste che divideva con il marito Sebastiano Visintin, la mattina del 14 dicembre 2021. Ed era stata ritrovata cadavere nel pomeriggio del 5 gennaio 2022 a un chilometro e mezzo da casa, in un boschetto nel parco dell’ex ospedale psichiatrico.