Martedì 5 Novembre 2024

Liliana Resinovich, il gip dispone nuove indagini. Il cadavere potrebbe essere riesumato

Per il giudice il caso non è chiuso: ci saranno nuovi approfondimenti tecnici. Telefonini al setaccio, si confronteranno i dna repertati

Liliana Resinovich (Ansa)

Liliana Resinovich (Ansa)

Trieste, 13 giugno 2023 – Il caso Resinovich non è chiuso: il gip del tribunale di Trieste ha  disposto infatti nuove indagini sulla vicenda di Liliana, 63 anni, scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio 2022, nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico della città, non lontano dalla sua abitazione. Il cadavere era chiuso in due sacchi, infilati uno dai piedi, l’altro dalla testa. Quest’ultima avvolta in due sacchetti di plastica,stretti al collo. 

La procura, convinta del suicidio, aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, la famiglia voleva ulteriori approfondimenti investigativi e tecnici, concessi alla fine dal gip Luigi Dainotti, che ha specificato in 25 punti le ulteriori indagini da fare. 

Il 5 giugno scorso Dainotti aveva sentito le parti in udienza preliminare, quindi si è riservato la decisione, comunicata oggi. 

Sommario

Ipotesi riesumazione del cadavere 

In particolare il giudice ha deciso una nuova consulenza medico legale, con riesumazione del cadavere “se utile”. Come chiesto dai familiari, la perizia dovrà valutare le lesioni riscontrate sul cadavere e verificare se ci sia stato un congelamento, o raffreddamento del corpo. 

Al setaccio i telefoni 

Il gip chiede altresì l’analisi di tutti gli account in uso a Liliana e di numerosi dispositivi digitali, la verifica delle celle telefoniche dell'area del ritrovamento e l’analisi del traffico telefonico, l’analisi di tutti i dispositivi telefonici e account in uso alle persone vicine alla vittima, in particolare quelli del marito Sebastiano Visintin e dell'amico con il quale forse sarebbe andata a vivere, Claudio Sterpin.

Confronto tra Dna 

Si prescrive anche di effettuare un raffronto tra i Dna rinvenuti sulla bottiglietta e sugli slip di Liliana con il profilo genetico di varie persone attenzionate nelle indagini (Visintin; Sterpin; Fulvio Colavero, l'uomo che ha dato l'allarme sui social della scomparsa; Piergiorgio Visintin, figlio di Sebastiano) ed esami comparativi tra l'impronta guantata e i guanti utilizzati dagli operatori, per accertare o escludere l'intervento di terzi sui sacchi nei quali era chiuso il cadavere e di comparare la stessa impronta guantata con il guanto trovato nei pressi del corpo.

La fede e i soldi 

Gli inquirenti dovranno poi sentire varie persone a proposito del ritrovamento della fede di Liliana e della disponibilità di somme contanti nell'abitazione della vittima e di suo marito.

Il marito assente all’ultima udienza

All’esterno del tribunale, lunedì scorso, parenti e amici di Liliana chiedevano “verità” con cartelli e slogan. “Questa donna è stata scaricata come un giocattolo rotto in un freddo prato”, il “suo viso era quello di un pugile a fine incontro, tante erano le lesioni”, ha detto uscendo dall’aula il legale della famiglia, Nicodemo Gentile. "Se proprio voleva suicidarsi, poteva farlo a chilometro zero, a casa sua”.

All’udienza non era presente il marito di Lilly. “Sarebbe stato logico che ci fosse – aveva commentato il fratello della vittima, Sergio Resinovich –  ma sono sincero, io non volevo vederlo. C'era invece l'amico Claudio Sterpin: “Se fosse stata viva dopo il 14 dicembre 2021 avrebbe fatto di tutto per avvertirmi o avvertire Sergio. Il suicidio non è nemmeno una verità di plastica, e poi, con quelle modalità...”. C’è stata una “messa in scena”, che non “può essere stata fatta da una sola persona”.