Trieste, 6 giugno 2023 – Liliana Resinovich, il giallo infinito di Trieste, continua a rimanere un rebus. Ieri mattina, all’udienza preliminare, il gip del tribunale Luigi Dainotti si è riservato di decidere sulla richiesta di archiviazione presentata il 21 febbraio dalla Procura.
Il sit in degli amici
Il verdetto potrebbe arrivare tra la fine della settimana e l’inizio della prossima. Ed è atteso da tanti che non credono al suicidio. Ieri, prima ancora che si arrivasse in aula, un gruppetto di persone, amici e parenti, si è radunato sotto la pioggia davanti al tribunale in un sit-in silenzioso. “Liliana non ti dimentichiamo“ e anche “14-12-2021 ore 9.17”, c’era scritto sui cartelli. Perché a quell’orario si è fermato l’orologio di Lilly.
Lilly, il marito Sebastiano Visintin e Claudio Sterpin
Ma la morte della 63enne si chiarirà mai? Se lo chiede anche Sebastiano Visintin – il marito della vittima –, che con il suo avvocato Paolo Bevilacqua ha presentato opposizione. La stessa cosa hanno fatto Sergio Resinovich, fratello di Liliana, e la nipote Veronica. Ma quello della famiglia non è un blocco compatto, in tutto questo tempo le tensioni sono state tante.
Ieri Visintin non era in tribunale. In questo anno e mezzo l’uomo, un passato da fotoreporter, è stato a lungo sotto i riflettori della cronaca. Le trasmissioni televisive hanno sottolineato spesso la rivalità con Claudio Sterpin, un flirt di gioventù che Lilly aveva ritrovato negli ultimi anni e che sostiene di aver avuto una relazione affettuosa con lei. Anzi, ha sempre ripetuto: dovevamo rifarci una vita insieme.
L’ultima telefonata
"Penso all’ultima telefonata di Lilly a Sterpin – è il ragionamento del marito –. Che cosa si sono detti? Io so solo che la mattina del 14 dicembre 2021 ho salutato Liliana che era sorridente. Poi mi sono trovato senza mia moglie. Che è uscita di casa senza la fede, l’orologio, i telefonini, gli anelli, i documenti".
Secondo quel che ha raccontato Sterpin, Lilly lo aveva avvisato di un ritardo. "Ho già ripetuto mille volte il contenuto di quella chiamata, che poi è durata poco più di un minuto – ribatte l’82enne –. Ha parlato quasi sempre lei. Voleva passare dal negozio Wind, voleva essere tra i primi clienti. Quindi sarebbe arrivata una mezz’ora dopo al nostro appuntamento, abituale".
La scomparsa
Liliana Resinovich scomparve la mattina del 14 dicembre 2021 dalla sua casa di via Verrocchio, nel quartiere San Giovanni a Trieste. Venne ritrovata cadavere, avvolta in due sacchi neri di quelli che si usano per i rifiuti, il 5 gennaio 2022, a meno di 2 chilometri dalla sua abitazione, in un boschetto dell’ex ospedale psichiatrico.
La data della morte
Il mistero ruota soprattutto attorno a un punto che le indagini non hanno chiarito: quando è morta Lilly? Se davvero, come ipotizza l’autopsia, il decesso risale a 48 ore prima del ritrovamento, dov’è rimasta la donna per tutto quel tempo? "Non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all’archiviazione", aveva scritto il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo a febbraio, nel dare notizia della sua richiesta.
Gli avvocati del fratello Sergio
Federica Obizzi, avvocato nel team che assiste il fratello Sergio, insiste: resta molto da chiarire "sugli accertamenti medico legali. Nella nostra opposizione, abbiamo offerto tanti spunti di approfondimento. Ad esempio: l’orologio di Liliana è fermo alle 9.17". Già: ma di quale giorno?