Trieste, 14 dicembre 2024 – Fulvio Covalero e Liliana Resinovich erano amici fin da ragazzi, quando nessuno poteva neanche immaginare come sarebbe finita, Lilly trovata morta in un boschetto del quartiere San Giovanni a Trieste dove abitava con il marito Sebastiano Visintin, per tutta Italia un giallo. Erano i tempi delle scampagnate sul Carso, “ma Lilly non era cambiata”.
Oggi un sit-in per Liliana Resinovich
Oggi Fulvio Covalero non era presente al ricordo organizzato da alcuni familiari proprio nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dove il cadavere è stato scoperto 22 giorni dopo la scomparsa. Un sit-in silenzioso per chiedere verità e giustizia per Lilly, l’indagine della Procura di Trieste non vede ancora indagati.
“Quando ho saputo che Lilly era sparita”
Riavvolgendo il nastro. Fulvio Covalero aveva saputo il 16 dicembre che l’amica Liliana era sparita, “da un post sui social – spiega al telefono con Quotidiano.net -. Fin dall’inizio, la sua scomparsa mi è apparsa incomprensibile”.
La mia telefonata con Sebastiano Visintin
“Sabato 18 dicembre, nel pomeriggio – ricorda Covalero – ho chiamato Liliana sul cellulare. Mi ha risposto Sebastiano. Abbiamo parlato, gli ho chiesto se avessero litigato, mi ha risposto di no. Rammento di avergli suggerito di guardare i movimenti del bancomat. Gli ho anche domandato se potesse essersi allontanata per fare una passeggiata sul Carso, da sola. Lui lo ha escluso”.
La scena in piazzale Gioberti
Covalero fin dall’inizio ha pensato a una morte provocata da una litigata, “verbale e fisica, perché anche i segni sul volto dimostrano che Liliana è stata picchiata”. E si è sempre concentrato su un punto preciso di Trieste, quello dove la donna sparisce anche dalla ripresa delle telecamere, quella mattina di martedì 14 dicembre verso le 9: piazzale Gioberti, il capolinea degli autobus. “Cos’è successo – si chiede ancora oggi -. Ha incontrato qualcuno?”. Qualcuno che potrebbe averla fatta salire in auto.