Martedì 5 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Liliana Resinovich: ecco chi ha deciso di opporsi all'archiviazione

Viaggio a Trieste: la testimone e i ricordi nel boschetto della morte

Trieste, 15 marzo 2023 - L’albero di Lilly, a Trieste, racconta che il ricordo di Liliana Resinovich non è sbiadito, e 15 mesi dopo c’è ancora chi porta fiori qui nel boschetto della morte, nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dove il cadavere della 63enne - scomparsa di casa il 14 dicembre 2021 - venne ritrovato il 5 gennaio 2022. E questo nastro dei vigili del fuoco ormai stinto con la scritta pericolo - il giorno del ritrovamento strinse il cerchio della pietà in mezzo a un boschetto con segni evidenti di bivacchi -, custodisce in qualche modo ancora il luogo del ricordo, ecco un piccolo mazzo di fiori e accanto un’orchidea. Per terra una pietra, qualcuno con la vernice nera ci ha scritto sopra il nome Lilly.

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Liliana Resinovich era un'appassionata fotografa
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Tre opposizioni

Liliana Resinovich si è suicidata, ha concluso la procura di Trieste. Il 21 febbraio il procuratore capo Antonio De Nicolo ha chiesto al gip di archiviare un’inchiesta aperta per sequestro di persona, contro ignoti. Ma hanno già annunciato opposizione il fratello di Lilly, Sergio, la nipote e il marito. I legali di Sebastiano Visintin, Alice e Paolo Bevilacqua, chiedono "un approfondimento delle indagini tecnico scientifiche (in particolare dell’esame autoptico)" e sottolineano: "Rimane tuttora irrisolto il come e il quando sia avvenuto il decesso di Liliana Resinovich, nella duplice, ancorché antitetica, direzione del suicidio – finanche nelle forme istigate – ovvero della morte per mano altrui".

"Morte di Lilly, ecco i tempi della giustizia"

Federica Obizzi, avvocato nel pool di professionisti che assistono il fratello Sergio, spiega tempi e prospettive. "A un mese dalla richiesta di archiviazione - riassume - il gip ha tre strade: potrà mettere la parola fine a questo giallo oppure richiedere ulteriori indagini. O  ancora dispone con ordinanza che il pubblico ministero formuli un’imputazione. Questo prevede l’articolo 409 del codice di procedura penale". Ma su quali elementi fonderete la vostra opposizione? "Stiamo ancora studiando il fascicolo e lo faremo fino all’ultimo - chiarisce l’avvocato Obizzi -. Di sicuro i punti cardine per noi sono le lesioni e le ecchimosi su testa e corpo, il mistero sulla data della morte ma anche l’autopsia psicologica. Liliana non voleva morire perché si preparava a cominciare una nuova vita".

Liliana Resinovich: fiori e una pietra con il suo nome nel boschetto della morte
Liliana Resinovich: fiori e una pietra con il suo nome nel boschetto della morte

Viaggio a Trieste, sulle tracce di Lilly: la testimone

Il ricordo di Lilly continua ad essere vivissimo nella bottega di Iva, la fruttivendola di via San Cilino - sulla strada per il parco della morte - che è finita in questa storia come testimone. Di fatto è stata l’ultima a vedere viva Liliana Resinovich la mattina del 14 dicembre 2021. Ripensa ancora a quei momenti, "stranamente in negozio non avevo clienti, ho avuto il tempo di osservare bene la scena. Liliana è passata proprio davanti alla mia vetrina, no non camminava dall’altro lato della strada ma da questa parte. Mi è parsa preoccupata, tesa, cupa. Non era la solita Lilly che entrava in negozio da cliente e mi regalava le foto perché anche lei amava scattarle. E mi parlava delle saune che la appassionavano, ci andava spesso con il marito, mi faceva domande perché sapeva che ero maestra in quella disciplina".  Ci andò anche pochi giorni prima della scomparsa, se ne parla nelle carte della procura, c'è l'annotazione di quella depilazione recente, un altro elemento che lascia aperto il mistero sulla data della morte, per il medico legale avvenuta due giorni prima del ritrovamento.

Nel quartiere di San Giovanni

Qui nel quartiere popolare di San Giovanni - la casa dove viveva Liliana è là in cima alla salita in via del Verrocchio - sono in tanti a non credere al suicidio, a farsi domande. Iva riflette a voce alta: "Sì, siamo rimasti sorpresi dalla richiesta di archiviazione, restano troppe cose da chiarire". Il marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, è gentile ma preferisce non aggiungere niente, mentre accoglie il cronista in casa. Gli resta, confida, "il dolore per aver perso la moglie, la mia vita. Sto cercando di capire se magari non mi sono accorto di qualcosa... Sì, Lilly era molto cambiata dopo la morte della madre, loro due erano compagne, amiche". Quel passaggio del lutto viene ripetuto anche negli atti e nella richiesta di archiviazione, dove il pm riporta proprio quella osservazione. Subito prima si ricordano le parole di Liliana a Claudio Sterpin. A lui avrebbe “ventilato l’ipotesi di suicidarsi con i medicinali del marito”. Una battuta, l’aveva poi ridimensionata l’amico ritrovato, che ha sempre ripetuto: volevamo rifarci una vita insieme. Già, chissà cosa voleva dire davvero Lilly.