Hanno provato a sfidare il divieto di sposarsi in nome dell’amore e della famiglia ma sono stati licenziati entrambi, i due coniugi dipendenti dello Ior su cui è calata la scure di un nuovo, controverso regolamento interno, contestato Oltretevere tanto per cominciare perché retroattivo. Ora annunciano ricorso ma Vaticano e Ior paiono compatti nel non voler fare passi indietro.
La vicenda dei due Romeo e Giulietta prende le mosse nel febbraio scorso quando i due giovani notificano all’Ufficio Risorse Umane l’intenzione di sposarsi. Il 2 maggio viene pubblicato il nuovo regolamento interno che vieta l’assunzione di coniugi, consanguinei fino al quarto grado e affini in primo e secondo grado, secondo il computo canonico. Tutto ciò quando la coppia aveva già fatto le pubblicazioni e lo Ior stesso era stato messo al corrente delle nozze tanto da aver provveduto a un anticipo sul Tfr per l’acquisto di un immobile. A causa però della retroattività delle norme, ad agosto la coppia decide di formulare a papa Francesco una richiesta di dispensa. "Nessuna risposta è mai pervenuta ai miei assistiti o a me", ha dichiarato il legale Laura Sgrò, né "nessuno di loro ha ricevuto proposte di cambi di settore o ricollocamento". E così, decorsi 30 giorni dal matrimonio, martedì il colpo di scena: vengono licenziati in tronco entrambi, "invitati" a lasciare subito il luogo di lavoro e a riconsegnare anche le tessere di accesso al Vaticano, nonché le carte di credito e i bancomat.
Immediata l’impugnazione dell’atto da parte di Sgrò: "È nullo, illegittimo e gravemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori". Nel pomeriggio una nota dello Ior parla di "decisione difficile" ma dettata "dalle regole".