Giovedì 9 Gennaio 2025
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Liberata Cecilia Sala. L’abbraccio col fidanzato sulla pista. La premier: sei stata forte e brava

La presidente del Consiglio esalta il lavoro di squadra: "È stata una grande vittoria di tutti". Le prime parole della reporter con mamma e papà: vi voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa.

La presidente del Consiglio esalta il lavoro di squadra: "È stata una grande vittoria di tutti". Le prime parole della reporter con mamma e papà: vi voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa.

La presidente del Consiglio esalta il lavoro di squadra: "È stata una grande vittoria di tutti". Le prime parole della reporter con mamma e papà: vi voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa.

Libera già dalla mattina a Teheran. Adesso anche sorridente e commossa. Cecilia Sala è finalmente in Italia. Sulla pista di Ciampino, appena sbarcata dal volo organizzato dai nostri servizi segreti, trova il miglior comitato d’accoglienza. I 21 giorni di prigionia nel carcere iraniano di Evin – senza accuse plausibili e in condizioni disagiate – lasciano spazio alla gioia. La 29enne giornalista romana corre incontro al compagno e collega Daniele Raineri e si scioglie in un lungo abbraccio. Poi la scena si ripete – pochi metri più in là – con il papà Renato e la mamma Elisabetta Vernoni. "Papà, ti voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa", sono le parole che filtrano. Ogni passo è una sorpresa. La madre si stringe alla figlia. "Sono nata oggi", le prime parole pronunciate per fissare il momento solenne. Quello della telefonata mattutina di Giorgia Meloni – da mamma a mamma – con la notizia della liberazione.

All’ingresso della saletta per gli arrivi riservati, la reporter de Il Foglio e di Chora Media incontra la presidente del Consiglio accompagnata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il saluto delle istituzioni non ha nulla di rituale. "Non dire niente, adesso devi solo stare serena, ok?". Le parole della premier si fanno largo nello scroscio di applausi delle autorità presenti, dei rispettivi staff e degli uomini della sicurezza: "Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte", sottolinea la presidente del Consiglio. "Grazie", risponde Cecilia, a braccia aperte, visibilmente commossa: "E figuriamoci", risponde la premier, il cui staff pubblica subito dopo la foto col titolo "Bentornata".

"Una gioia abbracciare Cecilia. Il mio grazie va al governo, alla diplomazia e a tutti quanti si sono adoperati con successo per la sua liberazione. L’aspettiamo in Campidoglio", riferisce Galtieri. "È la solita Cecilia ma stanca e provata", dettaglia "felicissimo" Raineri. E aggiunge: "Ci sono due protagoniste in questa storia: una è Cecilia Sala, l’altra Giorgia Meloni". Il plotone di telecamere e giornalisti che assedia Ciampino è tenuto lontano. Sia per garantire la privacy familiare, sia per non sottrarre argomenti all’annuale conferenza stampa con la premier organizzata per stamattina alle 11 da Ordine dei giornalisti e Stampa parlamentare: inutile anticipare ragionamenti su un caso internazionale tuttora intrecciato alla detenzione del 38enne ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi. Un intrigo.

Anche perché la primattrice di giornata è lei, Cecilia. Appena ha un attimo, manda un vocale ai colleghi di Chora Media: "Sono tornata!". Poi, prima di andare a casa, passa per una prima deposizione nella caserma dei Ros sulla Salaria. La cena in famiglia suggella la fine dell’incubo. Una giornata lunghissima anche per i genitori. "Avevo appena saputo della sua liberazione da Giorgia Meloni, ero già sul taxi, mi ha chiamato Cecilia e mi ha detto: “Mamma sto tornando“. Stavolta era la Ceci di sempre. Diversa da quella in carcere. Con Daniele (il suo compagno) stavamo programmando il prossimo pacco, ma avevo il sentore che l’avrebbero liberata a breve", è il racconto.

Il padre Renato, di professione manager bancario, ringrazia l’intelligence e descrive così la figlia: "Tosta. Donna con le palle. Il suo lavoro crea complessità, ma non le ho mai rotto le scatole". Rievoca la percezione di altri disagi, come "in Ucraina e in Afghanistan", ma nulla di comparabile a "una vicenda del genere", anche perché "un genitore non riesce a immaginare quando finisca e come finisca". Nella tensione delle ultime tre settimane, almeno un sollievo: "Fortunatamente io e Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro e c’è stata una frequentazione trasformata in un’amicizia. Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata, indubbiamente ha aiutato".

E a sorpresa mamma Elisabetta rivela un altro appoggio insospettabile: quello di Elon Musk. Il 29 dicembre – forse per sensibilizzare Trump? – a Mr Tesla vengono recapitate informazioni sul caso "direttamente dalla famiglia", scrive il Post. Poi, dopo il blitz di Meloni in Florida, ecco la riconoscente promessa della signora Vernoni a Musk (attraverso il plenipotenziario Andrea Stroppa): cucinargli "un piatto italiano a sua scelta" la prossima volta che tornerà a Roma. "Qualsiasi piatto", la risposta per direttissima.