Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Libano in fiamme, Mediterraneo a rischio

Lo Stato vicino al crac, il disastro con centinaia di morti ha fatto precipitare tutto. L’Italia potrebbe dimezzare gli scambi commerciali. Le pressioni della Francia.

Una ricerca condotta da Cnr-Ircres mostra che le esportazioni italiane verso il Libano sono concentrate (82,6%) nel trasporto via mare e con la devastazione del porto di Beirut questo non potrà non avere ripercussioni. Il settore potenzialmente più colpito è quello della raffinazione petrolifera (che vale 489 milioni di euro), a cui seguono i tipici prodotti del made in Italy (macchinari, che valgono 191 milioni, e poi chimica, alimentari e arredamento). La localizzazione delle raffinerie determina che le regioni più coinvolte siano Sardegna (21.1%) e Sicilia (19%), a cui seguono le aree dei distretti industriali lombardi (15.2%), veneti (11.4) ed emiliano romagnoli (9,7%). Anche se gli scambi con il Libano non sono particolarmente intensi (1,2 miliardi di euro di esportazioni dall’Italia e solo 40 milioni di euro di importazioni). Si teme un dimezzamento, almeno nei primi mesi. Il governo libanese punta a dirottare buona parte delle importazioni nello scalo di Tripoli, 80 km a nord, che è stato potenziato dai cinesi ed è adeguato per i container ma sembra sottodimensionato per i prodotti petroliferi. La Turchia ha messo a disposizione il porto di Mersin.