Sabato 31 Agosto 2024
BEATRICE RASPA
Cronaca

L’ex vigilessa uccisa a Temù. Ergastolo per le due figlie. Carcere a vita anche al loro amante

La vittima, 53 anni, sparì nel maggio del 2020. Il corpo fu trovato tre mesi dopo in montagna. Le due ragazze escluse dall’eredità dopo la condanna. E dovranno risarcire l’altra sorella (estranea ai fatti).

L’ex vigilessa uccisa a Temù. Ergastolo per le due figlie. Carcere a vita anche al loro amante

L’ex vigilessa uccisa a Temù. Ergastolo per le due figlie. Carcere a vita anche al loro amante

e Gabriele Moroni

Condannati all’ergastolo e all’indegnità della successione ereditaria. Tre ore o poco più di camera di consiglio, e poi la Corte d’Assise ha detto la sua sul giallo che tenne banco nell’estate 2020 in provincia di Brescia: Laura Ziliani, l’ex vigilessa 55enne di Temù che si credeva scomparsa l’8 maggio di tre anni fa durante una passeggiata in alta Valcamonica, e si scoprì invece essere stata uccisa dalle figlie, Silvia e Paola Zani, oggi 29 e 21 anni, e dal fidanzato della prima, il 29enne sopranista Mirto Milani, che aveva una relazione pure con la seconda. Quello che è passato alle cronache come il ‘trio criminale’, per i giudici presieduti da Roberto Spanò non merita attenuanti, né trattamenti differenziati: carcere a vita per tutti, conferma delle aggravanti della premeditazione e del vincolo parentale con la vittima. Esclusa solo l’aggravante dell’utilizzo del mezzo venefico - le benzodiazepine infilate in dosi massicce nella torta di muffin preparata dalla regazze per la festa della mamma, una trappola -, mentre la contestazione del tentato omicidio del 16 aprile precedente, quando il trio somministrò una tisana imbottita del medesimo farmaco alla poveretta ma poi non portò a termine il piano attuato venti giorni dopo, è stata riqualificata in lesioni aggravate.

E ancora: è stata riqualificata pure l’accusa di occultamento di cadavere nel reato di soppressione (il corpo, interrato sotto una colata di cemento in una buca scavata vicino al fiume Oglio, fu disseppellito per caso da una piena l’8 agosto seguente, ndr). La Corte ha infine disposto il pagamento di una provvisionale di 200mila euro per Lucia, la secondogenita dell’ex vigilessa, oggi 26 anni, affetta da un lieve ritardo cognitivo, mai coinvolta dalle indagini. Di 100mila per la madre Marisa, e di 50mila euro ciascuno per i fratelli Michele e Massimo. Poi, accogliendo in parte una richiesta dell’avvocato delle parti civili Piergiorgio Vittorini, ha dichiarato le sorelle Zani indegne alla successione ereditaria, considerando assorbita la richiesta di sequestro conservativo di un appartamento di proprietà delle imputate a beneficio di Lucia che aveva espresso il suo legale.

Alla lettura del dispositivo poche emozioni sono passate sul viso dei ragazzi: Mirto, spalle curve, scortato dalla penitenziaria, ha lasciato l’aula all’istante. L’ex fidanzata Silvia, con la quale in assise el corso di un anno abbondante di udienze era andata in scena la rottura, con scambio di accuse e di messaggi in diretta degni della trasmissione TV ‘C’è posta per te’ (così il pm Caty Bressanelli, stigmatizzando il pathos), l’unica nota di colore visibile l’ha affidata al rosa Barbie del golfino indossato.

Un barlume di smarrimento è invece apparso sul volto di Paola, la sorella più piccola, che sperava di schivare l’ergastolo essendo lei stata l’ultima a venire coinvolta nel progetto di uccidere la madre. Una madre percepita delle figlie come un ‘mostro’ di anaffettività, così fredda a loro dire da averle indotte a credere che covasse il proposito di avvelenare tutti, Lucia compresa.

"Aveva solo 19 anni, Paola – è il commento sfuggito al suo avvocato, Michele Cesari –. Sarà dura per una ragazza così giovane, che ha fatto già due anni di carcere". E la collega Maria Pia Longaretti, per la sorella: "Silvia sta facendo un percorso in carcere…". Tutti i difensori, che nelle arringhe avevano puntato su un reciproco rimpallo di colpe, spezzando così definitivamente il trio, avevano chiesto le attenuanti generiche, nel caso delle ragazze anche il vizio parziale di mente. Gli imputati sono stati descritti come fragili, immaturi, problematici, dipendenti dalle serie televisive. Ma la perizia ha concluso per la loro totale lucidità.