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Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini
Firenze, 5 gennaio 2015 - Gentile direttore, non capisco cosa sia successo ieri a Firenze. Sarà per il clima mite, sarà perché non c’era la partita, ma è stato impossibile muoversi un po’ ovunque. Code dappertutto perché la prima domenica del mese non si pagano i musei, e file nei negozi e nei centri commerciali per l’inizio dei saldi. E poi dicono che non ci sono i soldi!
Franco C., via mail
Di domenica le città turistiche, Firenze in testa, sono un po’ più belle, diciamo la verità. Ricordate quando passavano gli autobus a due metri dal Battistero? Chi oserebbe tornare indietro? E quanta tristezza mettevano i musei sbarrati per i festivi e durante le vacanze. Almeno adesso se ne parla, sindacati permettendo. Quel giorno gratis concesso dal ministero a chi ha voglia di tuffarsi nell’immenso patrimonio artistico nazionale ha poi un significato rivoluzionario per noi italiani costretti a parlare soprattutto di calcio, scioperi e mazzette. Fare la coda per visitare un monumento, una galleria, un sito archeologico significa amare la propria storia e ricercare le proprie radici. Se poi non si paga è meglio e non mi sembra affatto una colpa. Non griderei allo scandalo nemmeno per il popolo dello shopping forzato. Fare degli acquisti consapevoli e risparmiosi dà ossigeno al bilancio familiare e a quello di molte aziende. Primi segni di ripresa, di cuore e di testa. Non mortifichiamoli con tutto questo pessimismo.