Giovedì 9 Gennaio 2025
FEDERICA PACELLA
Cronaca

“Senza di te mi spengo. Mi manchi”. La lettera a papà recluso commuove il carcere

Brescia, le parole della ragazzina inserite in una performance teatrale realizzata nel carcere per raccontare la dura vita dei reclusi

Il carcere di Brescia; a destra, la lettera della figlia di un detenuto inserita in una pièce

Il carcere di Brescia; a destra, la lettera della figlia di un detenuto inserita in una pièce

Brescia, 16 dicembre 2024 – “Ciao papà, come stai? Che fai?”. Domande semplici, che non tutti possono rivolgere a un genitore, non quando a separare ci sono le sbarre di una prigione. Durante il Covid, con la sospensione delle visite, c’era la possibilità di una telefonata al giorno. Finita la pandemia è stato tagliato anche quel filo.

Resta la chiamata quotidiana solo per minorenni. L’espiazione di una pena è sofferenza anche per chi aspetta fuori. Lo racconta bene la lettera di una figlia, minorenne, di un uomo in carcere al "Nerio Fischione” di Brescia, ai vertici per sovraffollamento.

“Mi manchi, anzi ci manchi molto da quando sei lì – si legge –. Io mi sono spenta, sono cambiata, anzi peggiorata perché ti hanno portato via da me. E da lì mi sono spenta, vorrei che ritornassi a casa, mi manca scherzare con te. Mi manca la famiglia felice che prima eravamo, perché la casa, la famiglia, non è la stessa senza di te”.

Il testo  della lettera scritta dalla figlia (minorenne) di un detenuto nel carcere bresciano  "Nerio Fischione"
Il testo della lettera scritta dalla figlia (minorenne) di un detenuto nel carcere bresciano "Nerio Fischione"

“Però dobbiamo farci forza, dobbiamo far vedere che siamo forti, perché come dice Marco Mengoni nella sua canzone Guerriero, ‘vinceremo contro tutti e resteremo in piedi’. Questa è solo una frase della canzone, ma noi invece siamo il significato. Sorridi sempre papà, perché non sei solo, ci siamo noi al tuo fianco, perché più uniti siamo, meglio è! Ce la facciamo papà, ne sono sicura. Mentre ti sto scrivendo questa lettera, sto ascoltando ‘Aranciata’, la nostra canzone. Sono le 22:05, volevo andare a dormire ma avevo bisogno di scriverti questa lettera e ricordarti che noi ci siamo e ci saremo per sempre e di sorridere perché non sei solo. Noi ti aspettiamo ogni giorno, sei il papà che ho sempre sognato e sono fiera di essere tua figlia. Ti amo molto papà, anzi ti amiamo molto, sorridi sempre, ricordatelo, mi raccomando”.

Parole che commuovono, inserite nella performance teatrale realizzata nel carcere per raccontare la dura vita dei reclusi. Se la Corte Costituzionale garantisce “il diritto all’affettività”, nei fatti questo viene negato. Il 2024 segna, un nuovo record: oltre 62mila detenuti in Italia, quasi 9mila in Lombardia (a fronte di 3.641 posti). “Un livello mai toccato dal 2013” fa sapere l’associazione Antigone.