Firenze, 31 gennaio 2015 - Caro direttore, è toccante la storia della giovane di Castelfiorentino che ha lanciato un sos su internet per raccogliere fondi e curarsi. Ha un tumore. In pochi giorni con la Rete ha trovato oltre seimila euro. Ora: bisogna essere felici perché la solidarietà non manca o vergognarci di una sanità che ci obbliga a cercare aiuto altrove?
Maria Diritti, via mail
Cara Maria, sono sempre stato convinto che se non ci fosse il volontariato a far da stampella alla sanità pubblica, molti servizi sarebbero impossibili. Per fortuna la Toscana e l’Umbria sono terre nelle quali la generosità e la solidarietà hanno solide radici. Quindi non mi meraviglia la partecipazione della gente alla sofferenza della giovane malata. E’ un aiuto spontaneo e soprattutto immediato: pensi quanto tempo sarebbe passato se avesse dovuto aspettare i tempi pubblici, per ottenere un sostegno che dovrebbe esserle dovuto. Perché nonostante gli sforzi di chi cerca di migliorare il nostro sistema - sono pronto a riconoscerli - il cammino è lungo e faticoso. La forza di darsi una mano all’interno della comunità, resta la ciambella più sicura che tanti amici, spesso sconosciuti, ti lanciano: non sai da dove arriva, ma eccola. L’obiettivo della politica sanitaria dovrebbe essere proprio quello di farsi trovare pronta quando serve: è allora che il malato non può e non deve sentirsi abbandonato. E invece, spesso, al dolore si sovrappongono le difficoltà. Proprio nel momento più sbagliato.