Lunedì 25 Novembre 2024
Marcello Mancini
Cronaca

L'Italia che odia il canone Rai

L'editoriale del direttore de La Nazione

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 22 novembre 2014 - Egregio direttore, il canone Rai è una tassa in più, inutile e ingiusta. Il governo cerca ogni modo per costringere gli italiani a pagarla, e non pensa minimamente a migliorare il servizio, che è pubblico solo quando c’è da chiedere soldi alla gente. Per il resto ognuno tira la coperta dalla parte che più gli fa comodo.

Alessandro B. , Aulla

L’EVASIONE del canone Rai è fisiologica. Riconosco che c’è una qualche ragione nel rifiuto di pagarlo, specie se si cerca il motivo nel "servizio pubblico", che spesso tanto pubblico non sembra. L’istinto materno della Rai s’è perso da molto tempo, da quando i partiti se ne sono impossessati in maniera totale, spartendosi la torta delle reti con la scusa della rappresentanza popolare. La riforma del 1975 ne fece un parlamento catodico - oggi digitale - accontentando gli appetiti della Dc, del Psi e del Pci. Inutilmente i presidenti e i direttori generali hanno provato a fare l’interesse dell’azienda senza, per la verità, riuscirci granché. Ora è in rampa di lancio una riforma vera, che cancella l’opulenza degli anni Ottanta, compresa quella delle tre testate giornalistiche. Forse il rigore di questa stagione porterà la Rai a farsi apprezzare come ai vecchi tempi, il canone resta tuttavia un balzello antipatico e fuori dal tempo. Ovviamente, per senso civico, finché c’è ci toccherà pagarlo. Sperando che, prima o poi, qualche governo illuminato ci tolga di mezzo l’imposta più odiata dagli italiani.