Martedì 26 Novembre 2024
Mauro Avellini
Cronaca

La Lega diventa "nazionale"

Il vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 1 dicembre 2014 - CARO DIRETTORE, sono abbastanza sorpreso dal successo della Lega a livello nazionale, anche in molte aree del sud del Paese. Ma non era il partito della secessione e delle offese all’unità nazionale, inno compreso? Cos’è successo nel frattempo che io non abbia compreso fino in fondo? E cosa succederà adesso? Francesco G., via mail 

Il motivo del successo della Lega va spiegato almeno in due direzioni. La prima è che si è verificata una svolta inaspettata, quella di un’azione politica nazionale, che ha soppiantato la gestione familistica di Bossi, le ampolle e la secessione. La seconda è che il centrodestra, in parte autodissoltosi (Forza Italia) e in parte annacquato (Ncd) ha trovato la sua deriva e al tempo stesso la sua rinascita nelle felpe-manifesto di Matteo Salvini. Un ulteriore aiutino viene dalla (sovra)esposizione televisiva del leader della Lega che ha però il merito di parlare chiaro. L’abbraccio con i populisti francesi di Marine e Marion Le Pen è la mossa che piace agli italiani che si sentono assediati a nord dall’Europa e a sud dai migranti. Da una parte un furto di sovranità dettato dai banchieri e dall’altra un eccesso di accoglienza voluto dal buonismo del pensiero unico, sintetizza la Lega. Il coraggio delle parole di Renzi e di Salvini è la nuova sfida politica che attende gli italiani. Purché l’«autre Matteo» abbia il coraggio di (ri)cantare l’Inno di Mameli.