Firenze, 1 dicembre 2014 - CARO DIRETTORE, sono abbastanza sorpreso dal successo della Lega a livello nazionale, anche in molte aree del sud del Paese. Ma non era il partito della secessione e delle offese all’unità nazionale, inno compreso? Cos’è successo nel frattempo che io non abbia compreso fino in fondo? E cosa succederà adesso? Francesco G., via mail
Il motivo del successo della Lega va spiegato almeno in due direzioni. La prima è che si è verificata una svolta inaspettata, quella di un’azione politica nazionale, che ha soppiantato la gestione familistica di Bossi, le ampolle e la secessione. La seconda è che il centrodestra, in parte autodissoltosi (Forza Italia) e in parte annacquato (Ncd) ha trovato la sua deriva e al tempo stesso la sua rinascita nelle felpe-manifesto di Matteo Salvini. Un ulteriore aiutino viene dalla (sovra)esposizione televisiva del leader della Lega che ha però il merito di parlare chiaro. L’abbraccio con i populisti francesi di Marine e Marion Le Pen è la mossa che piace agli italiani che si sentono assediati a nord dall’Europa e a sud dai migranti. Da una parte un furto di sovranità dettato dai banchieri e dall’altra un eccesso di accoglienza voluto dal buonismo del pensiero unico, sintetizza la Lega. Il coraggio delle parole di Renzi e di Salvini è la nuova sfida politica che attende gli italiani. Purché l’«autre Matteo» abbia il coraggio di (ri)cantare l’Inno di Mameli.