La nostra vita quotidiana ormai è scandita dalle bizze dell’anticlone africano di turno o dalla perturbazione in arrivo da Nord est che non si sa mai dove va a schiantarsi. È la creatività del meteo. I metereologi oggi come non mai sono la bussola di cui non si può fare a meno. Roberto Nanni, tecnico di Ampro, Associazione dei meteo professionisti che collabora anche con l’Aeronautica militare, quasi ogni giorno diffonde un bollettino di previsioni.
Dobbiamo aspettarci un’estate da sofferenza di siccità?
"Abbiamo avuto un maggio altalenante fra pioggia e sole. Vedo per il Nord un’estate calda ma non da record e disastrosa come lo scorso anno. Il Nord Italia ha usufruito di piogge abbondanti da fine febbraio a maggio con nevicate tardive, soprattutto sull’arco alpino".
Come la mettiamo con il Sud Italia, che già in questi giorni è bollente?
"Si prevede una situazione di forte difficoltà soprattutto per Sicilia, Sardegna e Calabria. La stessa Coldiretti ha lanciato un allarme preoccupante. Altre regioni come Emilia Romagna, Liguria, Toscana, hanno acquisito un discreto tesoretto di riserve idriche con le pioggia degli ultimi due mesi. Cosa che non è accaduta nel Meridione".
Il fiume Po è in salute?
"Attualmente ha una buona portata d’acqua e per ora non notiamo situazioni critiche. Vale anche per i bacini idrografici che lo riguardano".
L’agricoltura soffrirà?
"Temo che ci saranno problemi seri al Centro e nel Sud dove le scorte d’acqua scarseggiano. La siccità rischia di danneggiare alberi da frutta, vigne e uliveti. Al Nord i danni sono già stati causati da nubifragi, grandine e tempeste di vento".
I rubinetti delle case avranno problemi?
"In generale non credo. Le falde, sempre escludendo il Sud, si sono ricaricate. Ma l’acqua va usata con buonsenso, i rischi non sono finiti".
L’Ispra sostiene che il 17% dell’Italia è a rischio desertificazione.
"È un dato reale elaborato su basi scientifiche. In certe aree la terra è talmente stressata e bruciata che non riesce a recuperare per tornare produttiva".
La Marmolada in questo periodo è innevata, l’anno scorso era semiscoperta.
"È un buon segnale, da interpretare, viste le nevicate primaverili, come un colpo di frusta climatico. Ma il nodo dello scioglimento dei ghiacciai va osservato su un periodo di di decenni. Le ondate di caldo non sono finite".
Cosa si può fare per assicurare scorte d’acqua?
"Servono più bacini e più invasi. Gli agricoltori previdenti e dotati di mezzi per farlo si sono già attrezzati, ma serve un piano più ampio e strutturale. E soprattutto vanno limitati gli sprechi".
Dobbiamo aspettarci altri eventi estremi?
"Sono inevitabili. Vanno messi in conto ormai in modo strutturale periodi di siccità alternati a impennate di maltempo con piogge intense e nubifragi. E spesso colpiranno aree limitate. Come è accaduto nel 2023 con l’alluvione in Romagna".