Il tribunale del riesame restituisce a John Elkann e al commercialista Gianluca Ferrero una parte delle carte acquisite dalla Guardia di Finanza nell’inchiesta sull’eredità degli Agnelli. La procura di Torino indaga per l’ipotesi di reato di dichiarazione dei redditi infedele in relazione al trattamento fiscale di Marella Caracciolo negli anni 2018 e 2019. Il riesame ha annullato parzialmente il decreto di perquisizione della procura. Le difese avevano sostenuto che il materiale sequestrato dalle Fiamme Gialle era sproporzionato rispetto all’ipotesi di reato. Ma i giudici hanno mantenuto in vigore il sequestro di alcuni documenti di Marella, morta il 23 febbraio 2019 all’età di 92 anni.
Il ricorso per vizio di motivazione è stato quindi accolto solo in parte. Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, legali di Elkann, si dicono "ovviamente soddisfatti perché è stato affermato un principio giuridico del quale eravamo molto convinti. Il tribunale ha accolto pressoché integramente il nostro ricorso, disponendo la restituzione della quasi totalità del materiale sequestrato. Manteniamo la nostra tranquillità e la piena fiducia nel lavoro dei magistrati".
Elkann e Ferrero sono indagati con Robert von Grouenigen, amministratore dell’eredità di Marella su incarico dell’autorità svizzera. L’esposto l’ha presentato la madre di Elkann, Margherita Agnelli. L’inchiesta è seguita dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti. Margherita ha versato nel 2018 e 2019 alla madre la somma di 700mila euro mensili, ma questi soldi non compaiono nella dichiarazione dei redditi di Marella. Non essendo presenti le somme, non è stata pagata la relativa Irpef. Da qui l’accusa di dichiarazione infedele. La cifra totale ammonta a 8 milioni per il 2018 e 244mila euro per il 2019.
Secondo l’accusa Ferrero e von Groueningen sono chiamati in causa in quanto esecutori del testamento, mentre Elkann li avrebbe agevolati nelle loro condotte. Intanto durante l’indagine la Gdf avrebbe individuato fondi per mezzo miliardo nei conti all’estero di Elkann. Ma anche beni riconducibili all’eredità del nonno Gianni Agnelli che si trovano in paradisi fiscali come le Isole Vergini. La vicenda parte dalla causa civile intentata da Margherita nei confronti dei tre figli: John, Lapo e Ginevra. Gli accordi che la figlia dell’Avvocato contesta sono quelli che hanno portato il figlio a capo di Exor, la holding che controlla le più importanti partecipazioni della famiglia Agnelli.
Alessandro D’Amato