Angri, 13 novembre 2023 – La morte del gatto Leone ha scosso l’intera comunità di Angri, piccolo centro della provincia salernitana: l’animale è stato trovato agonizzante la sera del 7 dicembre, scuoiato vivo e con altri evidenti segni di tortura. È stato prontamente soccorso dal canile di Cava de’ Tirreni, che lo ha fasciato e trattato con flebo calde e antidolorifici, ma nonostante le cure degli esperti e la tenacia dimostrata – da cui il nome “Leone – il gattino non ce l’ha fatta e si è spento domenica scorsa.
Ora la gente chiede giustizia. “L’assassino del piccolo Leone, e i suoi eventuali complici, devono essere assicurati alla giustizia al più presto, un criminale in grado di compiere questo atto di crudeltà senza precedenti è un pericolo pubblico”, ha scritto sui social il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ma la strada sembra in salita, in quanto è stato finora impossibile rintracciare persino il proprietario del gatto, che – secondo i veterinari che lo hanno curato – non poteva essere randagio vista la mansuetudine dimostrata a loro e, purtroppo, a chi lo ha torturato. La tortura dell’animale sarebbe punita a norma di legge con una reclusione dai 3 ai 18 mesi e con una multa che potrebbe arrivare a 30 mila euro.
Diverse le ipotesi sul perché qualcuno potrebbe aver infierito a tal punto su Leone: c’è chi pensa a un “semplice” atto di crudeltà e chi non esclude che il fine fosse mangiarlo. Il metodo di scuoiamento attuato sul gatto è infatti simile a quello utilizzato per i conigli.
Per domenica 17 alle 18 è prevista una fiaccolata in memoria dell’animale, che partirà dalla chiesa di Sant'Antonio di Angri. Gli organizzatori preferiscono non firmarsi, in quanto “Leone è il gatto di tutti”.