"Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che educhino anche gli altri mille". Con la voce sommessa e il volto tirato di chi ha appena incassato una condanna, il filosofo Leonardo Caffo parla fuori dall’aula del Palazzo di giustizia di Milano. "Sul piano morale – spiega – mi sento di dovere delle scuse".
Ieri la quinta sezione penale del Tribunale, presieduta da Alessandra Clemente, lo ha condannato a 4 anni di reclusione per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti della sua ex compagna, Carola. Una pena che, a causa dell’esclusione di due aggravanti tra quelle contestate, è di poco inferiore ai 4 anni e 6 mesi chiesti dalla Procura.
Il 36enne Caffo, nei giorni scorsi, aveva deciso di rinunciare alla partecipazione alla Fiera della piccola e media editoria Più Libri più liberi, dedicata a Giulia Cecchettin: l’invito "inopportuno" di un intellettuale accusato degli episodi al centro del processo di primo grado, ieri arrivato a sentenza, aveva suscitato polemiche e attacchi alla kermesse letteraria diretta da Chiara Valerio anche da parte del fumettista Zerocalcare.
"Questa sentenza è solo la superficie di un problema più ampio e radicato", afferma l’ex compagna di Caffo, che ha affidato una riflessione al suo legale dopo la lettura della sentenza. "Le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura permeata di pregiudizi – prosegue – è fondamentale che questa vicenda serva da spunto per riflettere su quanto ci sia ancora da fare per prevenire e contrastare realmente la violenza".
Per l’avvocata Elena Cinzia Tomayer, che assiste la donna, con il verdetto "è stato messo un punto importantissimo". In aula, tra il pubblico, anche un gruppo di femministe, che ha appeso uno striscione fuori dal Palazzo di giustizia per esprimere solidarietà alla vittima. I giudici hanno anche condannato Caffo a versare una provvisionale di 45mila euro, come anticipo sul risarcimento da quantificare in sede civile, disponendo l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
I presunti maltrattamenti, al centro del processo che ha preso il via il 20 dicembre 2022, sarebbero cominciati nell’estate 2019 e sarebbero andati avanti fino all’estate del 2022, quando la giovane donna, ai tempi non ancora trentenne, decise di lasciarlo e di sporgere denuncia.
Nel capo di imputazione sono riportati molti episodi di minacce, insulti – anche nei confronti dei familiari di lei – e violenze verbali e fisiche. La pm Milda Milli, nella sua requisitoria, aveva evidenziato il "comportamento" processuale di Caffo "volto a pulire la propria immagine continuando a screditare la parte offesa" in un "caso di scuola" di vittimizzazione secondaria. E la credibilità della ex compagna "non è stata scalfita", né dai testi della difesa né dall’esame del giovane filosofo. Una "escalation" di violenze fisiche e psicologiche che Caffo ha sempre negato.
"Siamo delusi e restiamo convinti della sua innocenza – spiegano gli avvocati Romana Perin e Filippo Corbetta – dopo aver letto le motivazioni prepareremo l’atto d’appello".
Caffo, fuori dall’aula, nega di essere una persona "belligerante", afferma che è "sacrosanta" la battaglia contro la violenza sulle donne. "Ho una enorme capacità di incassare m... e continuerò a incassarla – prosegue –. Non mi sento una vittima. Faremo appello e cercheremo di far emergere la verità. Come vedo il futuro? È pessimo, e mi dispiace profondamente per tutte le persone coinvolte. Ho provato a fare una lotta per cercare di stare con mia figlia, ma ho fallito".