Lunedì 5 Agosto 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Omicidio Barbara Capovani, svolta sulla legge Basaglia. Il governo apre alle modifiche: "Oggi nuove malattie mentali"

Summit psichiatri-ministro, la presidente Dell’Osso: servono 10mila operatori in più per garantire i servizi. Schillaci istituisce un tavolo tecnico per rafforzare prevenzione e assistenza

La dottoressa Barbara Capovani, 55 anni, uccisa da un ex paziente

La dottoressa Barbara Capovani, 55 anni, uccisa da un ex paziente

Roma, 27 aprile 2023 – La legge Basaglia può e deve essere modificata, "non è un tabù, anche considerando che oggi solo il 25% dei pazienti in cura presso i dipartimenti di salute mentale sarebbe stato un tempo suscettibile di ricovero nei manicomi cancellati proprio dalla 180/78. Il resto è composto da malati che soffrono di patologie inedite a quei tempi, dalle dipendenze comportamentali agli esordi psichici dovuti all’uso di cannabinoidi". Sullo sfondo dell’aggressione mortale alla collega di Pisa, per bocca della loro presidente eletta, Liliana Dell’Osso, gli psichiatri aprono alla revisione della normativa simbolo della cura della malattia mentale, tra l’altro invocata in campo politico dalla Lega. Ma questo non significa riaprire gli ospedali psichiatrici quanto piuttosto, chiarisce il vertice della Società italiana di psichiatria, "ragionare su uno snellimento delle procedure di attivazione dei Tso (Trattamenti sanitari obbligatori), su un incremento del personale medico e infermieristico della psichiatria del territorio e dei posti letto delle Rems (Residenze per le misure di sicurezza) che hanno sostituito, tra il 2013 e il 2015, gli ospedali psichiatrici giudiziari".

Liliana Dell'Osso
Liliana Dell'Osso

Professoressa, le Rems sono il punto debole del sistema di trattamento e cura dei malati mentali?

"Queste strutture sanitarie residenziali accolgono autori di reato pericolosi socialmente, ma segnati da un vizio totale o parziale di mente. Attualmente sono poche, 30 in tutta Italia, e sovraffollate. La conseguenza è che questi malati, ai quali va garantita in primo luogo la cura più che la custodia a dispetto di quanto succedeva negli ospedali psichiatrici, finiscono in gestione ai servizi di salute mentale territoriale".

Aumentando così i rischi per infermieri e psichiatri dei dipartimenti?

"Assolutamente sì, stiamo parlando comunque di pazienti che hanno un profilo criminologico. È materia più dei criminologi che esclusiva degli psichiatri".

Dai servizi di salute mentale territoriale arriva la richiesta di 10mila operatori, tra medici e infermieri.

"I tagli lineari, che da anni colpiscono la sanità, hanno messo in crisi tutti i settori della medicina. In psichiatria sentiamo particolarmente la carenza di personale, data la delicatezza delle patologie che trattiamo. Siamo esposti ad aggressioni quotidiane, delle quali 7 su dieci colpiscono sanitari donne".

Siete contenti dell’incontro di ieri con il ministro della Salute, Orazio Schillaci?

"Sì, è un giusto passo quello di costituire un nuovo tavolo tecnico sulla psichiatria. Così come accogliamo favorevolmente il via libera a un confronto parlamentare sull’intera materia legislativa inerente la Psichiatria".

Compresa la legge 180/78…

"Tutto è modificabile. Ricordiamoci che i manicomi, i quali hanno avuto una loro importanza storica quando vennero istituiti alla fine del ’700, non sono stati chiusi per merito di psichiatri illuminati o politici progressisti".

Che cosa allora ha fatto la differenza?

"Lo sviluppo della farmacologia, con l’introduzione degli psicofarmaci che hanno permesso di curare a domicilio pazienti altrimenti destinati agli ospedali psichiatrici. D’altra parte, va chiarito che questo riguarda la possibilità di deistituzionalizzazione dei pazienti psichiatrici: per gli autori di reato è altra cosa".